3 Novembre 2024

Omicidio Korol. Confessano i fermati: “Siamo pentiti”, ma poi mostrano dito medio FOTO/VIDEO

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Anatolij Korol, l'eroe che ha cercato di sventare la rapina ed è stato ucciso.
Anatolij Korol, l’eroe che ha cercato di sventare la rapina ed è stato ucciso.

CASTELLO DI CISTERNA (NAPOLI – Sono stati fermati due giovani in Calabria per la rapina sfociata nel sangue a Castello di Cisterna (Napoli), nel corso della quale è stato ucciso Anatolij Korol, 38 anni, l’eroe ucraino freddato davanti alla figlioletta nel tentativo di sventare il furto in un supermercato.

FIGLI DEL BOSS IANUALE DELLA CISTERNINA
Si tratta di fratellastri: Marco Di Lorenzo, 32 anni e Gianluca Ianuale 20enne – figli del boss della Cisternina, Ianuale -bloccati a Scalea, in provincia di Cosenza, dove i due erano giunti in treno.

BLOCCATI A SCALEA (COSENZA), COMUNE SCIOLTO PER MAFIA FREQUENTATO DA TROPPI CRIMINALI
Negli anni, molti criminali e latitanti sono stati fermati in quell’area dell’Alto Tirreno Cosentino, tra Praia a Mare e Scalea, quest’ultimo un comune sciolto per mafia dove d’estate è forte la presenza di turisti napoletani. Un luogo dove insieme a molta gente per bene, viene frequentato da troppi latitanti e criminali della camorra. I due avrebbero pensato di trovare “rifugio” e un po’ di “tregua” nella località turistica dopo la spietata caccia “carsica” degli investigatori in Campania. Secondo quanto è emerso sarebbero stati anche “coperti” da persone con dazioni di somme di denaro e vestiario. Pare che Gianluca Ianuale ad agosto abbia passato qualche giorno di “ferie” anche a Isola Capo Rizzuto, altra splendida località turistica in provincia di Crotone e altro comune sciolto per mafia.

INDAGINI DISCRETE MA MINUZIOSE
Le indagini per rintracciare i killer dell’eroe ucraino sono state infatti serrate e minuziose. Si è partiti dalle registrazioni della telecamera di sorveglianza all’interno del supermercato per poi, tra le tante altre cose, analizzare tabulati telefonici fino a studiare nei dettagli il motorino ritrovato bruciato e abbandonato dai rapitori assassini. Gli inquirenti hanno costruito il “puzzle” di indizi fino a risalire ai due fratelli della Cisternina, area considerata a rischio per l’altissima incidenza criminale. Il procuratore di Nola Paolo Mancuso ha detto che le indagini in un primo momento sono state “dure” ma poi la tenacia li ha spinti a giungere al risultato di oggi. Sono stati scandagliati anche i Social network per cercare indizi. Nulla è stato tralasciato. Molti indizi singoli conducevano insieme a un solo obiettivo: i fratellastri. Per il clamore della vicenda, ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale Antonio De Vita “molti militari sono rientrati volontariamente dalle ferie” per contribuire alle ricerche perché “sentivano il dovere” di catturare gli assassini.

LA “SOLIDARIETA'” AGLI ASSASSINI REO CONFESSI SU FACEBOOK. MA IN MIGLIAIA RIBATTONO CONTRO: “MARCISCANO IN GALERA”.
Subito dopo l’arresto sono apparsi sul profilo Facebook del killer reo confesso, Gianluca Iuanuale, decine di messaggi di solidarietà sotto forma di cuoricini. Come contro-risposta a questi “emotions” sono stati espressi migliaia di messaggi di ira: “Marciscano in galera”; “Se avesse avuto un cuore non avrebbe commesso il crimine”; “Il cuore grande l’ha avuto Anatolij Korol non quelle m…”, sono alcuni dei tanti messaggi a caso prelevati da tante bacheche su Fb contro i killer dell’eroe di Castello di Cisterna,

TRADITI DA TELEFONI E MOVIMENTI
I due giovani sono stati traditi da telefonate e falsi movimenti. Gli inquirenti, che seguivano le loro tracce come un’auto segue il suo obiettivo su un navigatore, li hanno rintracciati e bloccati a Scalea, (individuati dai Carabinieri di Cosenza in stretto raccordo coi colleghi campani) da dove sono stati immediatamente condotti nella notte in caserma a Castello di Cisterna per verificare il loro coinvolgimento nell’atroce delitto.

In caserma, oltre al procuratore di Nola, Paolo Mancuso, che coordina le indagini, c’erano il legale della famiglia dell’ucraino Giuseppe Gragnaniello e l’avvocato dei due indiziati, Michele Sanseverino.

LA CONFESSIONE
Durante l’interrogatorio i due fratelli, hanno confessato il loro crimine:
“Siamo stati noi”. Si sarebbero detti “pentiti” del loro gesto. Il loro legale ha affermato che i due presunti assassini “sono poveri” e che starebbero offrendo massima “collaborazione”. Appena usciti dalla caserma, però, il più grande, Di Lorenzo, proprio in segno di “pentimento” con strafottenza camorristica ha indirizzato il dito medio a cronisti e fotografi.

LE FOTO 

FERMATI E PORTATI IN CARCERE
I due fratelli sono formalmente in stato di fermo con l’accusa di omicidio e rapina. Nei prossimi giorni sarà il Gip a decidere, sulla base delle risultanze investigative, se convalidare il fermo oppure rilasciarli, ipotesi abbastanza remota per via della confessione e dei numerosi elementi raccolti dagli inquirenti a loro carico.

LA DINAMICA
Durante la confessione i due presunti autori, avrebbero svelato dettagli della dinamica dell’omicidio Korol. Entrati con l’intento di rapinare il supermarket, mai avrebbero immaginato di trovare sulla loro strada criminale un ostacolo come l’ucraino. I due, come evidenzia il procuratore di Nola Paolo Mancuso, sono entrati con passamontagna e casco integrale indossando guanti di lattice per non lasciare impronte.

Appena (ri)entrato l’ucraino, i due sarebbero stati “spiazzati” dal “coraggio” dell’uomo che ha afferrato il Di Lorenzo per il collo disarmandolo e stendendolo a terra. Una stretta “soffocante” che aveva messo il bandito fuori gioco. Da quanto è emerso, poi, il complice più giovane è andato in soccorso del fratello e nella colluttazione Gianluca Ianuale si è prima scagliato con violenza a pugli e calci contro Korol, poi lo ha colpito con una penna che si è spezzata. A un certo punto, riesce a sfilare la pistola che teneva il Di Lorenzo bloccato a terra e ha sparato due colpi verso Korol, uccidendolo.

IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA

LE ARMI
Durante i controlli dei militari dell’Arma in via Leopardi, del rione Cisternina, i militari dell’Arma coordinati dal comandante provinciale dell’Arma, generale Antonio De Vita, hanno rinvenuto armi tra cui un fucile mitragliatore, una pistola 7.65 (presumibilmente la stessa utilizzata per l’omicidio) e munizioni che gli investigatori ritengono siano state utilizzate per questo crimine e altri reati.

GLI APPLAUSI AI CARABINIERI DOPO LA CATTURA
Applausi rivolti ai Carabinieri da parte dei dipendenti del supermercato al passaggio a sirene spiegate delle auto con a bordo i due giovani sospettati di essere i presunti autori della rapina e dell’omicidio.

IL GENERALE DE VITA: “UN LAVORO CORALE”
Proprio il generale De Vita ha detto che la cattura dei due presunti assassini è frutto di “un lavoro corale, che non è mai cessato, da quando il cittadino ucraino è finito a terra. Il nostro pressing sul rione Cisternina ci ha portato a effettuare questi fermi, che dovranno passare però al vaglio del Gip. Il lavoro non è finito”.

LA TRAGEDIA SABATO SERA 29 AGOSTO
Anatolij Korol, padre di tre figli, la sera di sabato scorso era andato a fare la spesa nel supermercato “Piccolo”, in paese. Quando ha terminato e stava per uscire col carrello delle compere e la figlia più piccola, si è accorto dell’ingresso di due rapinatori che si erano avvicinati alle casse, pistole in pugno, per farsi consegnare dalla cassiera l’incasso della giornata, sembra 300 euro.

L’uomo, un operaio ucraino da anni residente a Castello di Cisterna con regolare permesso di soggiorno, senza pensarci sopra, rientrò per sventare la rapina ma nella colluttazione è stato ammazzato nel negozio.

Commozione e sdegno in tutto il Paese per questo gravissimo fatto di sangue. I Carabinieri da allora hanno subito aviato indagini serrate per giungere alla cattura dei killer. Oggi la svolta, con il fermo di due giovani indiziati.

FUNERALI IN UCRAINA
Intanto, sono stati celebrati in Ucraina i funerali di Korol, dove è stato sepolto dalla famiglia. L’eroe lascia moglie e tre figli piccoli. Alla famiglia è giunto il cordoglio delle istituzioni nonché la volontà di aiutare la moglie e i piccoli da parte del proprietario del supermercato.


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