Agenti del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato sono impegnati in una perquisizione nel porto di Catania a bordo della nave Vos Hestia, l’imbarcazione della Ong “Save the Children” al centro di una inchiesta della procura di Trapani su presunte collusioni tra alcune organizzazioni non governative e i trafficanti libici.
La procura siciliana, che insieme ad altre procure tra cui quella di Catania, indaga sul massiccio esodo di migranti dalla Libia, cerca elementi su eventuali contatti tra Ong e scafisti già appurati in una prima fase dell’inchiesta che lo scorso agosto aveva portato al sequestro della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet, accusata di contatti con i trafficanti libici.
A settembre era finito sul registro degli indagati anche il nome di Marco Amato, comandante nella nave Vos Hestia che ha trasportato dalle coste libiche a quelle di Sicilia e Calabria decine di migliaia di immigrati.
L’accusa per Marco Amato è la stessa ipotizzata per il personale della Iuventa: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A fare il nome del comandante sarebbe stato Pietro Gallo, l’uomo che lavorava per la “Imi security service” – la società che si occupava della sicurezza a bordo della nave di Save the Children – e che con le sue dichiarazioni ha fatto partire l’inchiesta di Trapani. A bordo della Vos Hestia ha operato per diverso tempo anche un agente sotto copertura che ha documentato con diverse foto i presunti contatti in mare aperto tra i trafficanti libici e gli uomini a bordo della Jugend Rettet.
Save the Children: “Siamo estranei alle indagini”
La perquisizione sulla nave Vos Hestia “è relativa alla ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children”. La documentazione oggetto della ricerca “come si evince dallo stesso decreto di perquisizione” è “relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone”. E’ quanto afferma Save the Children, in merito alla perquisizione che la Polizia sta eseguendo a bordo della sua nave nel porto di Catania. L’ong rende anche noto di aver sospeso le operazioni di soccorso in mare “come già pianificato data la riduzione dei flussi. Confidiamo che la magistratura, nella quale l’Organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull’intera vicenda”.