I Carabinieri della stazione di Ozzano dell’Emilia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di D. D., bolognese del 1977 e S. S. J., nata a San Giovanni in Persiceto nel 1980, accusati di aver commesso un furto in danno di una donna 68enne, nella sua casa di Ozzano il 19 ottobre 2015.
Il provvedimento, emesso dal Gip Letizio Magliaro, è scaturito da una richiesta della procura della Repubblica di Bologna, nella persona del sostituto Roberto Ceroni, che ha condiviso le conclusioni dalle indagini svolte dai carabinieri di Ozzano sul furto patito dalla donna, che sorprendeva D.D. mentre rovistava in casa sua, dove si era introdotto rompendo una porta finestra.
Le immediate indagini si erano avvalse della preziosa testimonianza di un vicino di casa della vittima, un militare dell’Arma fuori servizio, che, sentite le grida della donna, notava il ladro fuggire con un portagioie in mano e salire su una Renault nera condotta da una donna, di cui riusciva a prendere il numero di targa.
Il D.D., vedendo a distanza l’interessamento dell’uomo, proferiva nei suoi confronti frasi minacciose per indurlo a farsi gli affari propri (del tenore “Fatti i caz.. tuoi che tanto vengo a trovare pure te così poi ti ammazzo”), per allontanarsi repentinamente sulla vettura. I Carabinieri giunti poco dopo, sulla scorta della descrizione fornita dal collega, si facevano l’idea che il malfattore potesse essere il D.D., noto pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, peraltro da loro visto nei giorni precedenti circolare in zona.
Un immediato sopralluogo presso l’abitazione del D.D. permetteva di constatare la presenza proprio della Renault nera usata per la fuga, poi risultata intestata a D.S.J., consorte del D.D.. Completati gli accertamenti, i militari deferivano la coppia per furto in abitazione in concorso.
Il curriculum criminale dei due, spiegano i militari, entrambi pluricondannati per reati contro il patrimonio, compresi rapine e furti in abitazione, reiterati con costanza negli ultimi 10 anni, e le modalità esecutive del reato, compiuto in pieno giorno e con il concreto rischio di poter essere sorpresi dagli abitanti della casa, sono state poste dalle Autorità diudiziarie alla base della richiesta e del successivo provvedimento restrittivo, emesso nella convinzione dell’inefficacia di qualsiasi altro provvedimento diverso dalla misura carceraria.