Le forze israeliane hanno condotto attacchi su larga scala in tutta la Siria, prendendo di mira tre importanti aeroporti e altre infrastrutture militari strategiche, tra cui la capitale Damasco. Lo riferisce Al Jazeera.
Le prime avvisaglie si erano viste nei giorni scorsi quando l’esercito israeliano aveva avanzato sulle alture del Golan già occupate, espandendo il controllo per decine di km in territorio siriano, sfondando il “cuscinetto” che separa i due paesi. Poi gli attacchi a Damasco, in contemporanea con la presa della capitale dei terroristi dell’Isis e la caduta di Assad. A Latakia, Israele ha preso di mira le strutture militari e il porto dove erano di stanza le navi da guerra della Marina siriana, ha riferito alla Tass una fonte del governatorato siriano.
Intanto, il Ministero degli Affari Esteri turco ha dichiarato di condannare fermamente l’avanzata di Israele sul territorio siriano in violazione dell’accordo di separazione delle forze firmato nel 1974. “In questo periodo delicato – riporta l’agenzia turca Anadolu – in cui è emersa la possibilità di raggiungere la pace e la stabilità che il popolo siriano desidera da molti anni, Israele mostra ancora una volta la sua mentalità occupante”, ha detto Ankara.
Oltre alla Turchia, anche Qatar, Iraq e Arabia Saudita hanno condannato la “pericolosa” appropriazione indebita di territori sulle alture del Golan siriane da parte di Israele, mentre le forze di pace delle Nazioni Unite accusano Tel Aviv di violare l’accordo di cessate il fuoco del 1974 che pose fine alla guerra del 1967.
Anche l’Egitto ieri ha condannato “l’ulteriore occupazione” da parte di Israele del territorio siriano.