Sono rientrati domenica mattina in Italia Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due tecnici italiani rapiti lo scorso luglio in Libia e liberati due giorni fa. L’aereo ha toccato la pista dell’aeroporto di Cimpino dopo circa 1,5 di volo da Mitiga a Tripoli.
Ad attenderli il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros dei carabinieri e i familiari che li hanno abbracciati. E’ finito un incubo durato circa 7 mesi.
Un grande e caloroso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime.
Secondo la prassi, Pollicardo e Calcagno dovrebbero incontrare nelle prossime ore il pm di Roma, Sergio Colaiocco, che indaga sul caso del rapimento. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda – che ha subito una drammatica accelerazione negli ultimi giorni dopo mesi di silenzio -, a partire dall’identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi rimasti uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano. Non è ancora chiaro quando le loro salme rientreranno in Italia, al momento ancora in Libia, presumibilmente a Sabrata.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio ai familiari di Salvatore Failla e Fausto Piano per far pervenire loro il suo profondo cordoglio per la tragica morte dei loro congiunti in Libia. Il Presidente Mattarella ha inoltre espresso grande sollievo per il rientro in patria degli altri due ostaggi, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, finalmente ricongiunti alle proprie famiglie.