Il ministero degli Esteri ha confermato che sono stati rapiti due italiani in Libia. si tratta di Bruno Cacace, 56enne residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), e Danilo Calonego, 66enne della provincia di Belluno.
E’ quanto scrive l’Ansa che cita i carabinieri del Comando provinciale di Cuneo, che dopo essere stati contattati dalla Farnesina si sono recati presso la sede della ditta per cui lavorano, la Con.I.Cos di Mondovì (Cuneo) e presso l’abitazione di Cacace a Borgo San Dalmazzo.
Non è chiaro da quale fazione di guerriglieri siano stati rapiti i due, né se siano giunte all’Italia richieste di riscatto. Le famiglie di Danilo Calonego e Bruno Cacace sono comprensibilmente scosse e molto preoccupate per i loro congiunti.
La Farnesina è stata informata da questa mattina e ora per ora sta seguendo gli sviluppi insieme alle altre articolazioni dello Stato italiano.
Il sequestro è avvenuto questa mattina a Ghat, vicino al confine con l’Algeria. Con loro è stato preso in ostaggio anche un canadese. I due sono dipendenti della società Con.I.Cos – società di costruzioni di Mondovì (Cuneo), che opera nei paesi del Maghreb – e stavano svolgendo lavori di manutenzione dell’aeroporto.
Si lavora con il massimo riserbo tenuto conto della delicatezza della situazione. Già a luglio 2015, vennero rapiti in Libia 4 tecnici italiani della Bonatti Spa. I quattro vennero prelevati mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell’Eni.
A distanza di alcuni mesi, ad aprile, l’italia apprese la triste notizia dell’uccisione di due italiani, Fausto Piano e Salvatore Failla, mentre gli altri due, Gino Tullicardo e Filippo Calcagno, si sono salvati. Apprensione in queste ore per i due nostri connazionali.