A Dallas è esplosa la rabbia per la questione razziale e gli abusi della polizia contro la comunità afroamericana. E quella che doveva essere una veglia di protesta contro l’uccisione di due afroamericani in Lousiana e Minnesota si è trasformata in un attacco armato alle forze dell’ordine. Cinque poliziotti sono morti e almeno sette agenti e due civili sono rimasti feriti, dopo esser stati colpiti da cecchini durante la veglia notturna di Dallas. Anche il New York Times, citando fonti investigative, riferisce che a sparare è stato un solo killer.
Il suo nome Micah Xavier Johnson, 25 anni, ed è stato ucciso dalla polizia.Si era barricato per ore in un garage nel cuore della città, non lontano dal luogo della strage, ed è stato ucciso da un robot della polizia carico di esplosivo. Il giovane “voleva uccidere bianchi, specialmente poliziotti” e non apparteneva a gruppi terroristici, hanno riferito le forze dell’ordine.
A escludere qualsiasi collegamento con organizzazioni terroristiche è anche la Casa Bianca, che rilancia le conclusioni cui sono giunti gli investigatori.Johnson viveva a Mesquite, nell’area metropolitana di Dallas, ed era un riservista dell’esercito che aveva prestato servizio in Afghanistan dal novembre 2013 a luglio 2014.
Nell’abitazione di Johnson la polizia ha trovato materiali per la realizzazione di bombe, fucili, cartucce e un giornale di tattiche militari”. Il Segretario di Stato alla Sicurezza interna, Jeh Johnson, ha confermato inoltre l’indiscrezione secondo cui sarebbe stato il solo Micah a sparare ai poliziotti ieri sera a Dallas.
Tuttavia il capo della polizia di Dallas, David Brown, per l’attacco ha parlato di “sospetti”. E ha spiegato: “Tre persone sono detenute in custodia cautelare ma finora non sappiamo se siano collegate a Johnson”.
Quindi ha parlato di un attacco “ben pianificato e studiato”. “Siamo determinati – ha aggiunto – a non farci rubare la democrazia da queste persone”. La polizia ritiene dunque che ci sia più di un nome dietro la strage e che questi presunti killer abbiano coordinato l’assalto da postazioni triangolate vicino al punto d’arrivo del tragitto dei manifestanti.