E’ stato raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco, a partire dal 15 febbraio, in Ucraina. è questo il risultato del vertice di Minsk tra i leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania. A dare l’annuncio è stato Vladimir Putin, che ha affermato: “Siamo riusciti a raggiungere un accordo sui punti essenziali” che prevedono anche il “ritiro delle armi pesanti”. Dal canto suo Whashington ha fatto sapere che “la Russia deve adesso porre fine al suo sostegno ai separatisti”, ed a far rientrare a Mosca “mezzi e uomini dall’Ucraina”.
Al vertice di Minsk hanno partecipato il presidente russo Vladimir Putin, quello ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, che si sono confrontati in quella che è stata una vera e propria guerra di nervi, che ha finalmente dato esito positivo. Concordato anche il ritiro dalla linea del fronte delle armi pesanti che, ha detto Poroshenko, saranno portate via entro 14 giorni.
La zona “cuscinetto” sul fronte ucraino sarà larga 50-70 chilometri a seconda del tipo di arma, scrive l’agenzia Interfax, secondo cui l’area di sicurezza per l’artiglieria pesante sarà di 50 chilometri, quella per i lanciarazzi multipli di 70 chilometri. Discorso a parte per i missili Tornado-S, Uragan, e Smerch e i missili balistici Tochka-U, che dovranno essere schierati a non meno di 140 chilometri dal fronte.
Putin ha detto che, finché non sarà raggiunto un cessate il fuoco completo, tutte le parti dovrebbero mostrare “moderazione” ed evitare “spargimenti di sangue inutili”. Kiev, ha aggiunto il presidente russo “dovrebbe ora fare una riforma costituzionale per rispettare i diritti della popolazione dell’Ucraina dell’est”. Accordo fatto anche per attuare la legge sullo status speciale per l’Ucraina sud-orientale approvata in precedenza.
Il presidente ucraino Poroshenko ha affermato che gli accordi di Minsk non prevedono nessuna autonomia per le aree controllate dai ribelli, nell’est del Paese. Nei negoziati, ha aggiunto, “ci hanno proposto diverse condizioni inaccettabili”, ma “noi non abbiamo accettato nessun ultimatum e abbiamo rimarcato la nostra posizione ferma: il cessate il fuoco deve avvenire senza condizioni preliminari”. Poroshenko ha infine sottolineato che “abbiamo ottenuto il ritiro di tutte le truppe straniere dal territorio ucraino. Tutti i mercenari devono essere ritirati dal territorio ucraino nel prossimo futuro”. Kiev e i suoi alleati occidentali accusano infatti Mosca di sostenere militarmente i separatisti con armi e combattenti.
Putin ha precisato che sulla città chiave Debaltseve manca l’accordo. I ribelli separatisti chiedevano la resa dell’esercito ucraino che sarebbe accerchiato in una specie di “sacca” che impedisce i collegamenti tra due zone in loro controllo. Il presidente ucraino “non riconosce che l’esercito sia accerchiato – ha aggiunto Putin – e la cosa lascia molti dubbi”. Vladimir Putin ha comunque aggiunto di essere d’accordo con il collega ucraino per chiarire la questione.
Anche il presidente fracese Francois Hollande ha confermato che è stato raggiunto un accordo globale sul cessate il fuoco e un accordo politico globale sulla crisi in Ucraina. Ma, pur evocando una “speranza seria”, ha precisato anche che “non tutto è stato ancora risolto. Tutte le questioni sono state trattate attraverso questo testo che è stato firmato dal gruppo di contatto e dai separatisti”. Ha poi assicurato che Francia e Germania verificheranno e monitoreranno il percorso di pace.
A rivendicare il successo di un primo accordo di pace è la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui “dà speranza il risultato raggiunto a Minsk. “Germania e Francia – ha detto Merkel – hanno dimostrato insieme che noi, in accordo con l’Europa, abbiamo dato un contributo. Vorrei ringraziare Francois Hollande. Io credo che il fatto che noi tutti insieme ci siamo accordati e ci siamo imposti, anche con i ministri degli Esteri, ha comportato che si potesse raggiungere questo risultato”.
Un risultato, ha continuato la cancelliera tedesca su cui ancora “molto resta da fare. Abbiamo un segnale di speranza. Abbiamo concordato l’implementazione complessiva degli accordi di Minsk. Ma naturalmente passi concreti devono essere fatti. E ci sono ancora grandi ostacoli davanti a noi”. “Alla fine – ha precisato – anche il presidente Putin ha fatto pressione sui separatisti, affinché fossero d’accordo che da sabato alle 24 ci sia il cessate il fuoco”.
Merkel, Hollande e Poroshenko volano a Bruxelles – Una volta terminato il vertice, i tre leader europei Merkel, Hollande e Poroshenko hanno lasciato il palazzo dell’Indipendenza di Minsk per volare a Bruxelles, per partecipare a un summit Ue.
Dal primo ministro italiano Matteo Renzi e dall’alta rappresentante Ue per gli affari esteri e la sicurezza, Federica Mogherini “è un passo avanti importante, per quello che abbiamo letto come un ottimo risultato”. “Ai colloqui di Minsk – ha detto Mogherini – si è fatto un passo avanti molto importante ma non risolutivo. Si è aperto uno spiraglio: dobbiamo lavorare con tutte le nostre energie per consolidarlo”.