E’ mistero fitto sull’uccisione dei due padovani, Claudio e Massimiliano Chiarelli, padre e figlio, di 50 e 19 anni, avvenuta nello Zimbabwe per mano della guardie di una riserva di caccia privata. Al momento nessuno sa dare una spiegazione sull’accaduto. Le autorità di Harare sembrano nicchiare parlando di un errore.
Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di domenica nel parco “Mana Pools” nella città di Harare. L’ipotesi prevalente è che i due siano stati scambiati per bracconieri all’interno della tenuta. Ma, soprattutto Claudio Chiarelli, era un cacciatore molto conosciuto in zona. Per cui, la pista “dell’intruso” in una riserva di caccia lascia molto perplessi. Molte cose non tornano. E l’Italia si ritrova in un caso per certi versi simile al caso Regeni in Egitto, senza poter incidere sulle indagini.
La Farnesina ha confermato la notizia sottolineando che l’episodio è avvenuto “in circostanze ancora da chiarire”. Claudio Chiarelli era da tempo nel Paese africano dove è nato il figlio Massimiliano, ma per tutti Max.
I due padovani sarebbero stati uccisi a colpi di fucile dal personale di vigilanza della riserva. L’ambasciata italiana di Harare è in contatto con la famiglia delle due vittime per fornire tutta l’assistenza necessaria.
A Padova – riferisce il “Mattino di Padova” – la notizia è rimbalzata attraverso canali privati, ma in modo molto frammentario, tanto che finora l’unica conferma è quella data nella tarda serata di ieri dalla Farnesina. Un duplice omicidio molto misterioso. Più ombre che luci.