Per la prima volta in Italia è stato trapiantato un rene a un paziente sveglio, ossia con anestesia locale e non totale.
L’intervento è stato eseguito nell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, senza anestesia generale, ma con sola anestesia combinata peridurale e spinale.
Il paziente, un 38enne di Napoli, era affetto da Sindrome di Alport. Il donatore è un uomo di 41 anni, deceduto a Novara per un grave trauma cervicale con conseguente arresto cardiocircolatorio. Oltre ai reni, la famiglia ha concesso la donazione di altri organi come cuore, fegato e reni.
L’intervento, secondo l’equipe torinese è riuscito con successo “senza complicanze”, ma si dovrà attendere il processo post operatorio per accertare la piena funzionalità dell’organo, già riscontrato “compatibile” per l’uomo, prima del trapianto. Non era mai stato eseguito un intervento di questo livello senza anestesia generale e questo apre le porte a nuove frontiere chirurgiche.
La Sindrome di Alport è una condizione genetica caratterizzata dalla progressiva perdita di funzione sia renale che uditiva. La malattia può inoltre interessare gli occhi. La presenza di sangue nelle urine (ematuria) è quasi sempre riscontrabile nella patologia. A indentificarla per la prima volta fu il dottor Cecil A. Alport nel 1927, da cui prende il nome la Sindrome che mette “fuori gioco” i reni.
La malattia può essere ereditaria. “Nella maggior parte (80-85%) dei pazienti affetti da Sindrome di Alport, la patologia è trasmessa con un’ereditabilità legata all'”X”, dovuta a mutazioni nel gene COL4A5″, è spiegato su Wikipedia.