“Il reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza e quota 100 ci sono nella legge di bilancio: chi dice che non ci sono sta dicendo bugie”, perché “in manovra ci sono i soldi, c’è la ciccia”. Lo dice Luigi Di Maio in diretta su Facebook. “Ma le norme regolamentari non possono stare lì” perciò “dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un ddl perché ci vorrebbe troppo e c’è emergenza povertà”.
Secondo Di Maio – che ha parlato anche di tagliare i vitalizi degli ex consiglieri regionali – il reddito dovrebbe partire nel mese di marzo 2019. “Sarà l’anno del cambiamento”, ha detto il ministro del Lavoro. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti gela gli entusiasmi di Di Maio parlando di “complicazioni” per quanto riguarda il reddito di cittadinanza.
“Il reddito di cittadinanza? Ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso”, ha affermato Giorgetti nel libro di Bruno Vespa.
Rispondendo a Tunisi a una domanda sui dubbi espressi (tempo fa, ndr) dal sottosegretario leghista, il premier, Giuseppe Conte, ha risposto: “Questa riforma del reddito di cittadinanza partirà l’anno prossimo. Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo farla bene e con tutti i dettagli”.