Milioni di italiani saranno forse perseguiti da Equitalia se non dovessero pagare il canone Rai, l’odiatissima tassa sulla tv di Stato. In una delle ultime bozze alla legge di Stabilità è prevista infatti una sanzione di 500 euro per chi “evade” la tassa “non tassa”, definita canone ma che canone non è, del sistema radio televisivo pubblico.
Il governo in questo modo tenta l’ennesimo blitz sulla tassa più odiata ed evasa dagli italiani. Non perché gli italiani decidono di evadere, ma semplicemente perché non vogliono pagare per non guardare i canali Rai. Di concorrenza c’è ne a iosa e la gente sceglie il meglio, anche pagando di più, per un’offerta di gran lunga migliore.
Un tempo c’era l’altro odiatissimo canone sulla Sip, divenuta poi Telecom. Poi, arrivata la concorrenza, gli utenti hanno avuto maggiore scelta per i gestori di telefonia. Non se ne parla più. Solo Enel e Eni, secondo molti illegittimamente, spillano ancora oggi denaro agli utenti del mercato libero per pagare il “pedaggio” sulla rete di distribuzione che costa al netto quanto tutta l’energia consumata. Col risultato che le bollette sono il doppio. Rete costruita coi soldi pubblici quando i colossi italiani dell’energia erano in mano allo Stato, cioè noi. Un furto legalizzato come un furto è il canone Rai.
Oggi, sorvolando sul servizio pubblico più penoso del mondo, con giornalisti nababbi superati dal tempo e programmi shit che sono sospinti dal sistema Auditel (taroccato, come è emerso negli ultimi giorni…), una platea di 22 milioni di italiani sarà forzatamente costretta a onorare un balzello per far fare cassa a Matteo Renzi in vista della riduzione delle tasse che ha promesso. Il premier aveva detto “Noi non siamo quelli che con la mano destra togliamo le tasse e con la sinistra le rimettiamo”. Non solo è vero questo, ma è anche forzoso. Nel senso che l’idea di metterlo nella bolletta elettrica è comunque un prelievo forzosocome potrebbe essere sui conti correnti.
Sapendo bene che il canone Rai è una tassa del tutto illegittima, il governo cerca di cambiare definizione. Non più una tassa legata al possesso del televisore (poi ci arriveremo), ma probabilmente diverrà una tassa sul possesso dei nuovi dispositivi mobili: smarthphone, tablet e pc e tutti quei “device” dove un utente navigando potrebbe “inciampare” in uno di quei siti della Rai intasati di pubblicità e di notizie copia e incolla.
Illegittimo perché? Nella definizione di tassa “per possesso della Tv” non viene affatto spiegato agli italiani il perché se una famiglia possiede nella stessa casa tre televisori dovrebbe pagare una tassa legata a una sola Tv e non a tutt’e tre, come invece è costretto a pagare tre bolli e tre assicurazioni se la stessa famiglia possiede tre automobili. Vale lo stesso per la Tasi, che il governo intende abolire sulla prima casa. Se una famiglia possiede infatti una seconda casa deve pagare la tassa per la seconda, la terza e la quarta abitazione e così via. Allora, il canone è una tassa forfettaria? E, nello specifico, per che cosa? Per quale servizio!?!
Stessa apparente illegittimità nella nuova ipotesi (per fortuna ipotesi) sui dispositivi mobili: Poste le promozioni di gestori telefonici che potrebbero anche fornire a rate lo smartphone in “comodato d’uso” fin quando il cliente non finisce di pagare, chi onora la “tassa sulla Rai”, l’utente che lo acquista a rate o il legittimo proprietario del dispositivo, in questo caso il gestore telefonico?
L’ipotesi di metterlo in bolletta, è follia allo stato puro. Sarebbe improponibile, oltre che illegittimo anche a rate. Un abuso e un prelievo forzoso. Poi perché scegliere la bolletta elettrica anziché, ad esempio, la busta paga, il conto corrente, l’assicurazione dell’auto o la tassa sui rifiuti. Magari, a corto di altre furberie, l’esecutivo s’inventerà una bella accise sui carburanti. Vita natural durante.
L’obiettivo del governo è recuperare l’evasione sul canone. E’ vero, l’evasione è altissima. Ma se nessuno vuole pagare l’odioso balzello della Rai un valido motivo ci sarà pure. Intanto nessuno ha ancora spiegato se questi soldi, circa due miliardi di euro l’anno, vadano a finire anche nelle tasche dei concorrenti. Un mistero. Poi perché con il mercato liberalizzato (per fortuna in assenza di monopolio) consente pluralità di scelta. Auditel a parte, ci sono milioni di persone che non guarda la Rai se non inciampando sui suoi canali posti facendo zapping col telecomando.
Udite udite cosa è scritto nella bozza: sarà il cittadino utente a dover chiedere l’esenzione del canone Rai dichiarando all’Agenzia delle Entrate il mancato possesso di tali mezzi, telefono o tablet eccetera. In buona sostanza non è possibile stare collegati col mondo se non paghi il pedaggio alla Rai. Poi perché mai? Se un utente usa lo smartphone solo per telefonare o massaggiare coi Social come la mettiamo?
Dovrebbe essergli inibita la rete internet, dove eventualmente potrebbe trovarsi per caso nei siti della Rai. Penoso! Per dire, infine, che il canone va soltanto abolito. Altrimenti oscurate i canali. Se non è possibile, abolite proprio il carrozzone Rai che costa inutilmente agli italiani miliardi di euro l’anno per servizi di scarsissima qualità, con capiredattori da 15mila euro più benefit al mese e corrispondenti che fanno un baffo ai manager di Stato, guadagnando finanche più del capo dello Stato. Per non parlare dei vari conduttori che percepiscono milioni di euro di stipendio l’anno per fare un’ora di trasmissione a settimana. Vendetela agli arabi come Alitalia. Un pacchetto tutto compreso…