Almeno 34 migranti, di cui metà bambini, sono morti annegati a seguito del ribaltamento di un barcone in legno a bordo del quale c’erano 112 persone. Lo ha riferito la guardia costiera greca, aggiungendo che questa tragedia è la più grave mai registrata in Grecia da quando è iniziato l’esodo di migranti.
L’incidente è avvenuto al largo dell’isola greca di Fermakonissi, nell’arcipelago del mare Egeo meridionale. L’imbarcazione era partita dalla costa turca che dista pochi chilometri dal territorio greco.
Potrebbe essere maggiore il numero di vittime. I subacquei che operano intorno alla zona dell’affondamento, stanno continuando a estrarre cadaveri.
La Guardia costiera e alcuni media hanno detto che i minori morti sarebbero 14, di cui 4 neonati, e dieci giovanissimi, cinque maschi e cinque femmine. La causa del rovesciamento è probabile sia dovuta alle forte raffiche di vento, hanno detto le autorità.
L’isola di Farmakonisi si trova a metà strada tra Samos e Kos, due delle destinazioni privilegiate dai trafficanti di esseri umani per essere poco controllate. Ne inviano a migliaia ogni giorno dalle coste turche. Per ogni viaggio i criminali intascano oltre 1.500 euro a persone, bambini compresi, essendo poche miglia da percorrere.
La guardia costiera, in un altro naufragio avvenuto a largo dell’isola di Lesbo ha salvato altri 68 rifugiati dalle acque mentre altri 30 hanno fatto ritorno verso l’isola da soli, a nuoto (foto). Il loro gommone si all’imrpovviso sgongiato costringendo gli occupanti ad abbandonare l’imbarcazione.
Fortunatamente questo è successo a soli pochi metri dalla riva. Fosse successo a qualche miglio, l’epilogo potrebbe essere stato più tragico.