17 Febbraio 2025

Israele: “Niente acqua né carburante a Gaza finché prigionieri non saranno liberati”

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Il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz ha promesso che Tel Aviv non consentirà l’ingresso di beni essenziali o aiuti umanitari a Gaza finché Hamas non rilascerà i prigionieri israeliani.

“Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico sarà acceso, nessun rubinetto dell’acqua sarà aperto e nessun camion di carburante entrerà finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa”, ha detto giovedì il ministro Katz citato da Al Jazeera.

Si ritiene che sabato Hamas abbia catturato dozzine di israeliani, stranieri e con doppia nazionalità durante l’attacco a sorpresa di sabato condotto dal gruppo armato contro Israele. Il più grave da attacco da decenni.

Mercoledì notte, le Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno diffuso un video che mostrava il rilascio di una donna prigioniera e di due bambini. Israele ha liquidato il video definendolo “teatrale inteso a distrarre dal vero volto del gruppo come organizzazione barbara”.

Israele si è impegnato a sradicare Hamas e ha annunciato un “assedio totale” alla Striscia di Gaza come rappresaglia per l’attacco di sabato, che secondo funzionari israeliani ha ucciso più di 1.300 persone e ne ha ferite circa 3.000.

Secondo le autorità palestinesi, la campagna aerea israeliana sull’enclave ha ucciso più di 1.200 persone e ne ha ferite più di cinquemila. L’unica centrale elettrica di Gaza è stata spenta e gli ospedali sovraccarichi sono a corto di carburante. “La miseria umana causata da questa escalation è ripugnante e imploro le parti di ridurre la sofferenza dei civili”, ha detto giovedì il direttore regionale del Comitato internazionale della Croce Rossa, Fabrizio Carboni.

“Mentre Gaza perde energia, anche gli ospedali perdono energia, mettendo a rischio i neonati nelle incubatrici e i pazienti anziani sotto ossigeno. La dialisi renale si interrompe e non è possibile eseguire le radiografie. Senza elettricità gli ospedali rischiano di trasformarsi in obitori”, ha detto il direttore della Cri.

Intanto, migliaia di riservisti israeliani sono stati richiamati in preparazione per un possibile assalto di terra a Gaza. Giovedì, il portavoce militare israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, ha detto che non è stata presa alcuna decisione sull’invasione, “ma ci stiamo preparando”.

Hecht ha detto ai giornalisti che uomini armati palestinesi stavano ancora cercando di entrare in Israele via mare, e che l’esercito stava continuando gli sforzi per proteggere la porta di Gaza.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz hanno concordato mercoledì di formare un governo di unità nazionale. “In questo momento, siamo tutti soldati di Israele”, ha detto Gantz, descrivendo la loro partnership non come politica ma come un “destino condiviso”.

Nel frattempo, il segretario di Stato americano Antony Blinken è atterrato in Israele giovedì per mostrare solidarietà all’alleato di Washington, cercare di impedire che la guerra si estenda e spingere per il rilascio dei prigionieri.

Media arabi: “Forze israeliane hanno arrestato 60 palestinesi”

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Wafa le forze di israeliane hanno arrestato oggi più di 60 palestinesi durante incursioni nelle loro case e in altri luoghi in varie parti dei territori occupati.

Sei sono trattenuti nel governatorato di Jenin, quattro nel governatorato di Gerico, 10 nel distretto di Betlemme, sette nel governatorato di Hebron, uno di loro è stato arrestato mentre tornava a casa dalla Giordania, sei nella zona di Ramallah, tra cui tre fratelli, cinque del governatorato di Nablus, 14 dal governatorato di Gerusalemme, di cui sei dal campo profughi di Qalandia, sette dal distretto di Qalqilya e tre dal governatorato di Tulkarem.

La Società dei prigionieri palestinesi ha affermato che Israele ha detenuto più di 200 palestinesi in Cisgiordania dall’inizio della guerra a Gaza.


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