La Leopolda di Firenze è stata l’occasione per creare tensioni tra antagonisti anti Renzi e Polizia. Scontri sono andati avanti per diverse ore per le strade del capoluogo toscano.
Il corteo dei “No Renzi, No al referendum” di Firenze ha provato a sfondare il cordone di sicurezza a protezione del centro congressi dov’era riunito tutto lo stato maggiore del Pd per discutere di programmi e soprattutto per le modifiche all’Italicum.
La Polizia ha lanciato fumogeni in risposta ai lanci di petardi e ortaggi verso gli agenti. I poliziotti fermi a Cavour hanno reagito con una carica verso l’adiacente piazza San Marco dove si erano concentrati i partecipanti.
Il bilancio è 12 agenti feriti, dieci dei quali per ustioni dovute ad esplosione di grossi petardi o bombe carta: queste ultime contenevano, secondo quanto reso noto dalla polizia, anche schegge di metallo.
Altri sono stati feriti dal lancio di pietre probabilmente prese dal cantiere di piazza San Marco, dove i manifestanti si sono ritrovati nonostante la prescrizione di riunirsi nella vicina piazza Santissima Annunziata. Le prognosi per feriti e contusi vanno da 3 a 20 giorni.
Le recinzioni metalliche del cantiere sono state divelte da terra ed usate dai manifestanti per tentare di forzare il cordone della polizia. La questura aveva chiesto nei giorni scorsi la messa in sicurezza dell’area dei lavori, giudicandola troppo vicina al punto di ritrovo.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella scrive su Twitter manifesta tutta la sua rabbia per quanto successo: “Manifestare è un diritto ma usare la violenza e attaccare la città solo per avere visibilità è meschino e vergognoso. Giù le mani da Firenze. Persone incappucciate che usano violenza contro la città sono inqualificabili. Dire no è legittimo, sfasciare Firenze è inaccettabile”.