“Devi restituirci i nostri soldi o ti ammazziamo”. E’ questa la minaccia che tre persone avrebbero fatto a un uomo di nazionalità marocchina che sarebbe stato sequestrato, picchiato e vessato pur di farsi restituire 700 euro che la vittima gli avrebbe sottratto.
I carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora, in collaborazione con i colleghi di Chivasso, hanno fatto piena luce su un episodio avvenuto lo scorso 2 novembre e, su disposizione del gip del Tribunale di Torino, che ha condiviso le risultanze investigative, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre italiani: Antonio Riviera, 35 anni, residente a Foglizzo, Luciana de Glaudi, 33 anni, moglie di Rivera, e Giuseppe De Glaudi, 30 anni, fratello di Luciana, ritenuti responsabili di concorso in violazione di domicilio, sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, nei confronti di un marocchino di 28 anni, abitante a Torino, nel quartiere Barriera Milano.
Per entrare in casa del marocchino e farsi aprire la porta dalla sorella di quest’ultimo, i primi due hanno detto di essere carabinieri. Una volta nell’appartamento hanno prelevato l’uomo con la forza e lo hanno caricato sulla loro macchina dove ad attenderli c’era Luciana De Glaudi.
La vittima è stata accusata di aver rubato ad Antonio Riviera, due giorni prima in un bar di San Benigno Canavese, 700 euro. In quell’occasione, spiegano gli inquirenti, Riviera si era vantato di aver guadagnato un sacco di soldi illegalmente, oltre 8.000 euro, e aveva fatto vedere il rotolo di euro a tutti i clienti del bar. Secondo la ricostruzione fatta da Riviera, il marocchino aveva approfittato del suo stato un po’ alticcio per sfilargli qualche banconota dalle tasche. Ritenuto l’autore del furto e per convincerlo a restituire i soldi, il marocchino è stato prelevato da casa e torturato per un’ora con un punteruolo, conficcato più volte nella gamba sinistra. “Devi restituirci i nostri soldi o ti ammazziamo”, è stata la minaccia. Dopo un’ora, in corso Giulio Cesare, l’uomo, che ha detto di non aver commesso il furto, è stato buttato fuori dalla macchina.
La vittima, subito dopo il sequestro, è andata al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco dove è stata medicata e dimessa con una prognosi di 6 giorni. Subito dopo l’uomo ha denunciato tutta l’avventura ai carabinieri che sono riusciti a identificare gli autori.