L’efferato “squartatore di York”, Peter Sutcliffe, che negli anni ’70 seminò il terrore nel nord dell’Inghilterra e fu riconosciuto colpevole del massacro di 13 donne, è morto all’età di 74 anni in ospedale dove era sofferente di varie patologie.
Sutcliffe era stato catturato nel 1981 e recluso inizialmente sull’isola di Wight. Condannato a 20 ergastoli, dall’84 era stato tuttavia trasferito in un’ala di massima sicurezza del Broadmoor Hospital sulla base di una diagnosi di schizofrenia paranoide. Dichiarato guarito dai medici e, quindi in grado, di tornare in carcere, dal 2016 fu trasferito nella prigione di Frankland nella contea di Durham.
Nel 2010 la Corte Suprema Britannica stabilì che lo “squartatore dello Yorkshire” non sarebbe mai più potuto tornare libero. “Non verserò una lacrima”, è stato il commento del funzionario di polizia Bob Bridgestock che indagò all’epoca sul caso del serial killer. La morte di Sutcliffe “in qualche modo mette la parola fine a questa storia”, ha dichiarato uno dei figli di Wilma McCann, madre ventottenne di quattro bambini e prima vittima del maniaco seriale nel 1975.
La storia criminale di Sutcliffe è molto simile a quella di “Jack lo squartatore” che circa un secolo prima terrorizzò Londra uccidendo con lo stesso metodo diverse persone, smembrandole e asportando i loro organi.
Jack lo squartatore agì tra l’estate e l’autunno del 1888 nel degradato quartiere londinese di Whitechapel e nei distretti adiacenti. Non fu mai rintracciato, quindi mai arrestato. Solo dopo oltre un secolo la comparazione di tracce del dna avrebbe portato a svelare la sua identità: sarebbe stato un giovane barbiere. E’ altamente probabile che Sutcliffe si sia ispirato a Jack per compiere i suoi orribili crimini.