Domato l’incendio che ha devastato la Cattedrale Notre-Dame, a Parigi, è il momento della solidarietà, ma anche delle polemiche sui soccorsi giunti in ritardo e sui lavori di restauro da cui sarebbe scaturito l’incendio. Ingenti i danni: la volta della navata centrale è crollata, salve invece le torri e le opere d’arte, che saranno trasferite al Louvre. Ci vorrà del tempo per una prima stima dei danni.
Già numerosi i versamenti da privati e imprese per finanziare la ricostruzione: 600 milioni da LVMH, Pinault, Total e l’Oreal. Il procuratore di Parigi rivela: c’è stata una prima allerta alle 18.20, ma non è stato riscontrato nulla di anomalo.
Una seconda allerta è scattata poco dopo, quando il fuoco era già alla struttura. Interrogati gli operai al lavoro, il presidente di una delle società incaricate del restauro: “Rispettate le procedure di sicurezza”.
La Procura parigina ha aperto una inchiesta per disastro colposo per incendio. Non è al momento possibile sapere se i magistrati intendano emettere qualche provvedimento. Si attendono prima gli esiti dei sopralluoghi per accertare le cause del devastante rogo che probabilmente è scaturito dai lavori di ristrutturazione in corso.
Ci vorranno anni per la ricostruzione, almeno questo ha fatto intendere il ministro della cultura francese. Anni e molti quattrini. I danni non sono stati ancora quantificati, ma sono ingentissimi.
Ingegneri e architetti, insieme ad esperti del ministero e della soprindendenza francese sono al lavoro per acquisire documenti della cattedrale, ma prima dovranno attendere che possano entrare all’interno, in sicurezza, per farsi una idea degli interventi da effettuare per ricostruire l’imponente cattedrale.