Salgono a 8 gli indagati nell’inchiesta sull’omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato una settimana fa fuori da un locale di Alatri, Frosinone. Si tratta di un uomo che era presente al momento dell’aggressione.
La sua identificazione è avvenuta nelle ultime ore nel quadro degli accertamenti disposti dal procuratore di Frosinone Giuseppe De Falco. Per omicidio volontario aggravato dai futili motivi sono per il momento in carcere i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Quattro buttafuori ed il padre di Castagnacci sono indagati per rissa.
Mario Castagnacci, presunto autore del pestaggio mortale, era stato arrestato perché trovato in possesso di diverse dosi di droga, ma è stato scarcerato il giorno dell’omicidio perché il gip aveva ritenuto “l’uso di gruppo” della sostanza stupefacente.
La vittima, all’interno del Miro, un club nella piazza centrale di Alatri, avrebbe avuto problemi per un drink. Un litigio con il branco e poi l’intervento degli addetti alla secutity che lo avrebbero accompagnato con la forza fuori dal night.
Secondo quanto raccontato nell’ultima edizione di “Quarto Grado”, Emanuele una volta fuori dal locale sarebbe stato colpito con manganello con l’anima d’acciao che reca la scritta “Boia chi molla”. Gli amici di Emanuele Morganti che cercavano di strapparlo dalle grinfie del gruppo criminale sarebbero stati bloccati mentre veniva colpito con tutti gli arnesi possibili. Una vicenda torbida con molti aspetti da chiarire.
Dopo l’oscuramento domenica della pagina che infangava la memoria di Emanuele, gli amici del giovane chiedono “Giustizia” attraverso un’altra pagina Fb che piace a migliaia di persone. Sono migliaia i commenti di persone da tutta Italia ma anche da altri paesi che esprimono vicinanza alla famiglia. “Nessuno muore sulla Terra finché vive nel cuore di chi resta. Ciao Lele. Sarai la Stella più bella nel cielo”, è scritto su uno striscione postata sulla pagina.