Un “rapporto malato” tra adolescenti che si è concluso nel peggiore dei modi, con una ragazza massacrata a colpi di pietra, un ragazzo quasi maggiorenne che probabilmente rischia il carcere a vita e due famiglie distrutte.
Quello tra Noemi Durini, la sedicenne uccisa in Puglia e il fidanzato Lucio, il quale ha oggi ammesso il delitto, c’era una relazione turbolenta che andava avanti da circa un anno. A raccontarlo ai microfoni di “Chi l’ha visto?” è stato Ciro Marzo, padre di Lucio, ora indagato dalla procura di Lecce per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Intervistato prima di apprendere che il figlio confessasse l’omicidio di Noemi, Marzo ha raccontato che la ragazza era morbosamente gelosa del fidanzato. A seguito di questo rapporto “mio figlio ha avuto tre trattamenti sanitari obbligatori”, conseguenza dell’esasperazione, della folle gelosia e di un carattere possessivo, probabilmente di entrambi, tant’è che quando i coniugi Marzo consigliavano al figlio di lasciare perdere Noemi, lui si rifiutava sbattendo la testa al muro, anche se soffriva.
Era la sua prima fidanzata, ma non poteva immaginare che la sua vita potesse essere un inferno per il primo amore. Noemi, dice sempre Ciro, faceva scenate per un’amicizia del figlio con un’altra ragazza. Per altro, se lui si permetteva di guardare un’altra donna succedeva il putiferio. L’uomo, che in post su Facebook ha definito la vittima “un cancro”, ha poi parlato di un pessimo legame tra loro e la ragazza: “Mi offendeva sempre, non la volevo più in casa”. Un rapporto sgradito, come del resto lo era per i genitori di Noemi, restii ad accettare la sua relazione con Lucio, al punto da scontrarsi apertamente, anche in strada.
Secondo quanto affermato da Marzo, il padre della ragazza avrebbe sferrato un pugno in volto a Lucio, provocandogli una ferita con sei punti di sutura all’arcata di un occhio. In reazione, il giovane gli ha sfagliato l’auto per non farlo andare via in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Il padre del ragazzo ha poi riferito di un presunto piano per far fuori lui e la madre di Lucio, considerati forse ostacolo al rapporto della giovanissima coppia.
Una storia inquietante, tutta da appurare, che fa tornare alla mente il terribile duplice omicidio di Ancona del novembre 2015 dove due giovanissimi fidanzati Antonio Tagliata e la figlia minorenne dei coniugi Giacconi, avevano architettato tutto per essere liberi dalle “grinfie” dei genitori di lei. Leggi
L’intervista è andata avanti fin quando la giornalista ha svelato ciò che aveva appena appreso, e cioè che Lucio aveva confessato l’omicidio in caserma. A quel punto ai coniugi Marzo è crollato il mondo addosso: “È finita, siamo morti”, dice disperata la madre. Ma il dolore più devastante il destino e la follia omicida lo hanno riservato ai genitori di Noemi, che non potranno mai più rivedere la loro creatura uccisa a sassate per un rapporto nato malato e finito nel più tragico dei modi.