Oltre 7 milioni di luci di Natale, giocattoli ed articoli di bigiotteria destinati alla vendita, carenti dei contenuti minimi informativi obbligatori per legge e potenzialmente pericolosi per il consumatore, sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza.
Nel corso dell’operazione, denominata “Luci di Natale”, i legali rappresentanti di otto società sono stati segnalati alle autorità amministrative per l’accertamento delle violazioni amministrative e la confisca. Durante i controlli, svolti sul territorio provinciale, i finanzieri hanno individuato diverse società gestite da cittadini di nazionalità cinese, che vendevano luminarie ed altri prodotti natalizi provenienti dall’area asiatica.
Parte delle luminarie sequestrate sono risultate costituire veri e propri impianti di illuminazione avvolti in bobine della lunghezza di centinaia di metri. Erano potenzialmente pericolosi per il possibile surriscaldamento delle guaine protettive.
Preso il terzo borseggiatore di Zhang Yao. La Squadra Mobile di Roma ha eseguito il fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma a carico di S.S., di anni 19, poiché gravemente indiziato di essere il terzo responsabile del furto con strappo della borsetta nei confronti di Zhang Yao, la ragazza cinese di 20 anni morta travolta da un treno dopo essere stata rapinata presso la stazione ferroviaria di “ Tor Sapienza”.
In merito alla vicenda, il 17 dicembre scorso è stato eseguito un fermo del Pubblico Ministero, successivamente convalidato, nei confronti di R.G., di anni 20, già noto per reati contro il patrimonio, abitante presso il campo nomadi di via Salviati di Roma.
Contestualmente è stato indagato in stato di libertà per il medesimo reato un minore di 16 anni, anch’egli dimorante presso il medesimo campo nomadi.
Le attività sono proseguite, volte al rintraccio del terzo responsabile, S.S., anche lui residente nel campo nomadi di via Salviati, dal quale si era allontanato subito dopo l’evento delittuoso. Venerdì è stato rintracciato e sottoposto ad interrogatorio, a seguito del quale l’Autorità giudiziaria procedente ha emesso un fermo del Pubblico Ministero, immediatamente eseguito.
Il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, con proprio decreto in data odierna, ha sospeso il Consiglio comunale di Villa San Giovanni a seguito delle dimissioni da parte dei 16 Consiglieri comunali che compongono il Consesso.
Il Consiglio comunale era stato rinnovato nelle consultazioni elettorali del 31 maggio 2015, in esito alle quali veniva eletto alla carica di sindaco Antonio Messina, successivamente sospeso con provvedimento del 12 novembre 2016. Per effetto delle dimissioni, non contestuali, di tutti i consiglieri assegnati al Comune e della sospensione dalla carica del sindaco, si è verificata l’ipotesi prevista dall’art.141, comma 1, lettera b) numero 4 del T.U.O.E.L. (riduzione dell’organo assembleare per impossibilità di surroga alla metà dei componenti del Consiglio) relativa allo scioglimento dei consigli comunali, che avverrà con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministero dell’Interno.
Nelle more del perfezionamento della procedura di scioglimento, per assicurare la gestione provvisoria dell’ente, è stato nominato il commissario prefettizio Gerlando Iorio, viceprefetto, con i poteri spettanti al Consiglio comunale, alla giunta e al sindaco. Il commissario eserciterà tali funzioni fino all’insediamento degli organi ordinari a seguito del prossimo turno elettorale.
LAMEZIA TERME – “C’è un popolo che cammina nelle tenebre. Non siamo forse noi questo popolo? Quante tenebre ci avvolgono. L’indifferenza di ieri e di oggi, una certa pigrizia, l’indolenza, la rassegnazione, il male sempre in agguato, la lontananza da Dio, le nostre contraddizioni, il nostro peccato. Tutto ciò è tenebra per noi, eppure Dio viene qui, proprio qui come luce”. Così il vescovo di Lamezia Terme mons. Luigi Cantafora che questa notte ha aperto le celebrazioni di Natale con la Messa della Notte. Anche nella Cattedrale di Lamezia è riecheggiato il “Gloria” degli angeli che annunciavano ai pastori la nascita del Bambino. Un annuncio che – ha ricordato mons. Cantafora nell’omelia – “fu accolto dai pastori, proprio coloro che avevano meno strumenti culturali, coloro che non erano osservanti della legge. Abbiamo tutto da imparare da loro.”
“Essi ci insegnano la pazienza, l’attesa, l’accoglienza dell’annuncio, la gioia. Sono maestri nella prontezza a muoversi, nel riconoscere il figlio di Dio in quel Bambino adagiato nella mangiatoia, nella semplicità dell’adorazione. I pastori ci dicono che la vita si può spendere per gli altri, che vale la pena sacrificarsi con amore, che la semplicità è la via preferenziale di Dio per mostrarsi, senza orpelli, senza baldacchini, senza finzioni”.
La lezione dei Pastori, per il Vescovo di Lamezia è quella che “per accogliere Gesù nella nostra vita, bisogna che ci liberiamo da ogni forma di presunzione e di pretesa di sapere, di conoscere, di credere di essere noi a gestire il mondo e l’esistenza”. Per il presule Pace e accoglienza “non è solo assenza di guerre, ma è la capacità, il dono di annullare le guerre che serpeggiano dentro e fuori di noi con la forza dell’amore. Natale è allora la festa dell’accoglienza a tanti livelli: accoglienza di noi stessi dei nostri limiti e risorse, accoglienza degli altri con i loro limiti e possibilità, accoglienza dei progetti di Dio anche quando sono così imprevisti, accoglienza della sua volontà, accoglienza dei poveri, accoglienza dell’umanità con tutte le sue differenze”.
E’ stato ritrovato sulla battigia della spiaggia di Catona, quartiere a nord di Reggio Calabria, il corpo senza vita del 66enne friulano che lunedì scorso, mentre navigava a bordo di una barca a vela nello Stretto di Messina, al largo di Capo D’Armi, era accidentalmente caduto in mare.
Sul posto del rinvenimento è intervenuta la Polizia di Stato per i rilievi del caso e il recupero del cadavere che è stato già messo a disposizione dei familiari.
Ignote le cause del decesso, che potrebbero essere state causate dalla lunga permanenza in mare nelle acque gelide dello Stretto, soggette a forti correnti che hanno trascinato il corpo dell’uomo per molte miglia verso nord, fino allo spiaggiamento a Catona, oppure causate da un malore improvviso malore che lo avrebbe fatto cadere dalla barca sulla quale viaggiava con altre quattro persone in navigazione da Riposto verso il porto di Monfalcone.
L’aereo della compagnia Afriqiyah a Malta (Ansa/Ap)
I dirottatori dell’aereo libico deviato su Malta hanno concordato di rilasciare tutte le 118 persone a bordo e di deporre le armi: lo scrive il sito di Malta Today.
In un primo momento, i dirottatori che si erano impadroniti dell’aereo avevano minacciato di far saltare in aria il velivolo.
L’aereo dirottato su Malta è della compagnia libica Afriqiyah Airways, è un Airbus A320 con 118 persone a bordo. Il volo era partito da Sebha, nel sudovest della Libia, ed era diretto a Tripoli.
A dare la notizia del dirottamento è stato il primo ministro di Malta attraverso il suo account twitter.
L’aeroporto di Malta è stato intanto riaperto al traffico. Le autorità dello scalo hanno avvertito i passeggeri di ritardi su tutti i voli. Alle ore 12:28, nove voli erano già stati deviati sull’aeroporto di Catania e dieci voli erano in attesa di decollare.
Una Festa in piena regola, com’è giusto che sia, nell’imminenza del Natale, ma senza rinunciare alla riflessione. Nel pomeriggio di oggi moltissimi bambini dei circa 160 che fanno parte degli asili nido della città, si sono ritrovati nella sede dell’asilo nido di via Livatino per la consueta Festa di Natale.
Alla manifestazione, che ha raggruppato i bambini dei tre asili nido comunali (via Livatino, via Misasi e Largo Vergini) con i loro genitori, ha partecipato per l’Amministrazione comunale l’Assessore alla Scuola, educazione sentimentale e città a misura di bambino Matilde Lanzino Spadafora.
Un pomeriggio alquanto movimentato e giocoso, organizzato nei minimi particolari dalle operatrici della struttura per l’infanzia, con la supervisione di Francesca Rina, coordinatrice pedagogica dei nidi comunali, per conto della Cooperativa Sociale OR.SA cui è affidata la gestione.
Nel giardino dell’asilo nido di via Livatino è stata allestita una capanna, simbolo dell’accoglienza, uno degli elementi caratterizzanti la struttura per l’infanzia che ospita bambini di diverse nazionalità. La Festa di oggi è stata introdotta dalla coordinatrice pedagogica Francesca Rina che si è soffermata, oltre che sul significato del Natale anche sul senso del dono.
“Credo che la comprensione ed esperienza del senso del dono – ha detto Francesca Rina nel suo intervento – debba far parte dell’educazione e significare una comunità educativa d’infanzia che deve sentirsi capace e autorizzata a riconoscere, accogliere e favorire nei bambini i processi legati alla capacità, complessità e piacere del dono”.
“E non solo nel periodo natalizio. C’è molta differenza tra dono e regalo. Il regalo si dimentica in fretta, implica quasi una coercizione a ricambiare. Il dono, invece, implica sicuramente la libertà del dare e la libertà di non restituire, ma invita comunque allo scambio e alla reciprocità e richiama l’attesa ed aspettativa di riscontro e consolidamento relazionale, anche se sospende questa sfumatura, non la dichiara, inglobando il concetto di disinteresse e pura generosità tipico della beneficenza”.
“Il piacere e senso del dono – ha detto ancora la Rina – possono integrarsi nella quotidianità, perché se il dono è un messaggio di attenzione a sé e all’altro, è davvero un investimento ed un modo e un’occasione per interrogarci e conoscerci e riconoscerci nella costruzione della rete di vicinanza relazionale. Provare a lavorare soprattutto su questa dimensione del senso del dono con i bambini, del piacere e senso profondo, ma complesso, dello scambio, come momento di costruzione di trama sociale, può arricchire e approfondire i fili delle relazioni e aiutare a tessere legami buoni, ma veri e non banalmente superficiali. A Natale e non solo”.
Gli agenti della Questura di Cosenza, hanno notificato una ordinanza del Questore di Cosenza, Luigi Liguori, con la quale è stata disposta la sospensione della licenza per 12 giorni nei confronti del titolare di un noto Bar di via Panebianco, per motivi di ordine pubblico e sicurezza dei cittadini ai sensi dell’ex art. 100 Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).
Il provvedimento scaturisce a seguito dei molteplici controlli effettuati dalla Polizia di Stato presso il bar in questione e nel corso dei quali, sistematicamente, si è accertato che il locale è frequentato da numerosi pregiudicati, peraltro, spesso sorpresi in evidente stato di ubriachezza.
A motivare il provvedimento, inoltre, sono state anche le diverse segnalazioni per liti e risse, che negli ultimi mesi hanno richiesto l’intervento, anche in ore notturne, delle forze di Polizia.
La sede decentrata di Cosenza dell’Associazione “Quartieri Tranquilli”, l’associazione di cui è Presidente nazionale, a Milano, Lina Sotis e che a Cosenza è coordinata da Eva Catizone, delegata per la Cultura dal Sindaco Mario Occhiuto, ha aderito all’iniziativa “Illuminiamo le tavole”.
Perfettamente in linea con la mission di “Quartieri Tranquilli” che è quella di animare, a Cosenza come a Milano, i quartieri, a partire dal centro storico, con iniziative culturali e sociali, volte al contrasto delle povertà e all’inclusione sociale, i volontari della sede decentrata di Cosenza hanno distribuito, in occasione del Natale, 30 pacchi di generi alimentari che “illumineranno le tavole” di alcune tra le famiglie più bisognose del centro storico.
I pacchi-dono natalizi sono stati distribuiti all’Istituto Sacra Famiglia e Minestra di S. Lorenzo di Cosenza che ha provveduto a farli pervenire alle famiglie più bisognose del centro storico della città.
L’Associazione “Quartieri Tranquilli” (sede decentrata di Cosenza) ringrazia tutte le aziende che si sono adoperate in questa gara di solidarietà : la “Ricci s.a.s.” di Alessandro Ricci, “Calabria Food”, Luigi Rizzo s.r.l. e Favella Group, l’Azienda “Campoverde” e la Centrale del Latte di Cosenza, per avere, con questo gesto, manifestato la loro vicinanza ai cittadini cosentini appartenenti all’area del disagio. L’iniziativa sarà replicata con cadenza mensile, ogni volta in un quartiere diverso della città.
Anis Amri. A destra il tunisino a Lampedusa. (Ansa)
E’ il presunto killer della strage a Berlino, Anis Amri, l’uomo ucciso dalla Polizia a Sesto San Giovanni, nel Milanese. Il giovane tunisino è stato colpito a morte durante un conflitto a fuoco con agenti della Volante nel corso di un normale controllo presso una stazione di servizio.
Il giovane, intorno alle 3 della notte da giovedì e venerdì, secondo le prime informazioni, si trovava in piazza Primo Maggio quando gli agenti gli hanno chiesto i documenti. Lui per tutta risposta ha estratto una pistola dallo zaino e ha sparato agli agenti di una Volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Il tunisino più ricercato d’Europa per la strage al mercato di Natale a Berlino, era a piedi. Ingaggiato il conflitto a fuoco è stato raggiunto da uno o più proiettili. Amri è morto sul colpo. Non aveva documenti in tasca, e non poteva averli perché il suo passaporto è stato trovato a bordo del camion della strage nella capitale tedesca. Nella sparatoria un agente è rimasto ferito alla spalla è stato portato all’ospedale di Monza.
Su Anis Amri le autorità tedesche avevano spiccato un mandato di cattura internazionale perché ritenuto l’autore della strage del mercato di Natale a Berlino. Secondo quanto ricostruito dalla polizia tedesca sarebbe stato lui a sequestrare il tir al conducente polacco e dirottarlo tra le bancarelle affollate provocando la morte di 12 persone, tra cui la nostra connazionale Fabrizia Di Lorenzo, e 48 feriti.
Il cadavere di Amri a terra
L’identificazione di Anis Amri è avvenuta effettuando una comparazione sia dei tratti somatici che dalle impronte digitali che, a detta della Polizia tedesca, erano state rinvenute all’interno della cabina del mezzo pesante.
A confermare che l’uomo ucciso stanotte in una stazione di servizio a Sesto era il ricercato “number one” in Ue è stato il ministro dell’Interno Marco Minniti.
Come sia arrivato a Milano è un mistero. Bild.de scrive che il giovane possa essere andato prima in Francia e poi rientrato in Italia con il treno. Anis Amri era braccato da tutte le forze di polizia europee. Il tunisino conosceva bene l’Italia dove era arrivato nel 2012. Non si esclude che a Sesto San Giovanni o a Milano avesse qualche amico dove si stava recando.
Il 24enne, secondo quanto riferito dal fratello, pare fosse stato radicalizzato in Italia. Amri, era stato arrestato a Palermo e nelle carceri siciliane ha scontato 4 anni di pena. Scarcerato ha poi raggiunto il nord Italia e infine Berlino.
Con la sua uccisione, si chiude una parentesi drammatica. Nessuno riuscirà però a sapere la verità sulla strage a Berlino. Lui è morto, e non potremo ascoltare la sua versione dei fatti. I dubbi restano. Dubbi enormi sulle falle di sicurezza in Germania, dubbi sul ruolo dei servizi segreti tedeschi, i quali si sono ben guardati dal diffondere le riprese delle centinaia di telecamere presenti nell’area della strage. Se Amri, era nel Tir è dovuto scendere per fuggire. Già, ma dove sono le immagini? Il perché di questa “falla” resta un giallo.
Una dettaglio di non poco conto che alimenta il sospetto che la verità potrebbe, forse, essere un’altra. Esiste di fatto solo un video di un taxi, che mostra il tir dirigersi verso il mercato. Poi il buio. Dopo la strage è stato subito fermato un primo pakistano poi rilasciato. Il primo abbaglio nelle indagini. Poi ecco che è arrivato il presunto attentatore Amri. Era davvero lui il killer di Berlino? Domanda destinata a rimanere senza risposta.
Un uomo sui 25 anni è morto, a Sesto San Giovanni, durante un conflitto a fuoco con la Polizia. Secondo le prime informazioni l’uomo durante un controllo in piazza Primo Maggio a Sesto San Giovanni ha estratto una pistola e ha sparato agli agenti di una Volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la Volante intorno alle 3 si sarebbe fermata in piazza Primo Maggio, di fronte alla stazione di servizio a Sesto San Giovanni, ha intravisto l’uomo che era a piedi, e alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e avrebbe sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla.
A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco, sparando all’uomo, poi deceduto. L’uomo, che con sé non aveva documenti, non è ancora stato identificato ma si tratterebbe di un giovane. Il poliziotto colpito alla spalla è stato portato all’ospedale di Monza: le sue condizioni non sarebbero gravi. Sul posto la Scientifica per i rilievi del caso e il magistrato di turno. Quando sono giunti i soccorsi l’uomo era già morto.
Il Caffè Cellini, dov’è avvenuta la sparatoria (Street view)
Far west a Castrolibero, alle porte di Cosenza. Una sparatoria è avvenuta al termine del Derby Cosenza Catanzaro presso il bar Cellini, locale a poche centinaia di metri dallo stadio Marulla.
Il fatto è successo attorno alle 18.30 di giovedì. Una persona non identificata ha sparato con una 7.65 diversi colpi di pistola, forse cinque, all’indirizzo del bar in quel momento affollato di avventori. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito.
Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, a sparare sarebbe stato un uomo con il volto coperto da una sciarpa e un berretto. Dopo gli spari, l’aggressore è fuggito a bordo di un’auto.
Fori di proiettili sono stati rinvenuti sul muro dell’esercizio, mentre sono stati infranti i vetri di un’autovettura parcheggiata. Sul luogo sono arrivate le forze dell’ordine che hanno acquisito le immagini delle video camere di sorveglianza.
Secondo quanto emerso, prima della sparatoria nel locale ci sarebbe stata una lite tra più persone. Si indaga per risalire all’autore e a eventuali complici.
Immagine di archivio del Consiglio dei ministri (Ansa)
Fallito il tentativo di una ricapitalizzazione privata del Monte dei Paschi di Siena, interviene lo Stato per tutelare i risparmiatori della più antica e prestigiosa banca del mondo. Il governo aveva varato una norma con cui stanziava un fondo da 20 miliardi a cui attingere in casi di emergenza.
“Abbiamo approvato il decreto che abbiamo definito il decreto salvarisparmio che si basa sull’autorizzazione ricevuta dal parlamento con ampia maggioranza a costituire un fondo di 20 miliardi per intervenire a tutela del risparmio”, ha spiegato il premier Paolo Gentiloni, al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera con un altro decreto all’utilizzo del fondo.
Il decreto legge salva-risparmio “contempla la possibilità che la banca interessata da una ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, che comporta la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni, offra obbligazioni non subordinate in cambio delle azioni frutto della conversione. Il Tesoro può acquistare tali azioni”, ha precisato un comunicato finale di palazzo Chigi.
“Credo che questa rappresenti una giornata importante, di svolta” per Mps “di rassicurazione per i suoi risparmiatori e per il suo futuro”, ha aggiunto il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri, sottolineando che nella stesura del decreto salva-risparmio “ci siamo impegnati in modo particolare nelle modalità di intervento della situazione del Monte dei Paschi”.
“Ci aspettiamo che Mps chieda l’attivazione che metterà in sicurezza e consentirà alla banca di continuare nel suo piano industriale. La terza banca italiana tornerà pienamente in forza per operare”, ha detto il ministro Pier Carlo Padoan dopo l’ok del cdm al decreto.
Intanto, dopo la delibera Consob ieri notte anche Borsa Italiana comunica la sospensione nella seduta di oggi di tutti i titoli di banca Monte dei Paschi di Siena. Gli strumenti finanziari sospesi, ricorda la nota di Borsa, sono le Azioni ordinarie e i relativi strumenti derivati.
Chiara PoggiLa procura di Pavia ha accolto l’esposto della mamma di Alberto Stasi e, nell’aprire una nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, ha indagato un amico del fratello della vittima le cui tracce di dna, secondo un perizia della difesa, sarebbero state trovate sotto le unghie di Chiara.
Per il delitto di Chiara, uccisa il 13 agosto del 2007 a Garlasco, Alberto Stasi sta scontando una condanna definitiva a 16 anni. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, “non ci sarebbe soltanto la ‘prova’ del dna, un elemento che la polizia giudiziaria, incaricata di approfondire gli accertamenti della società di investigazioni, dovrà ripetere”, a carico del nuovo indagato.
“Il giovane era già stato interrogato dai carabinieri. Due volte. Una prima pochi giorni dopo il delitto e l’altra l’anno successivo. Secondo fonti investigative, a un ‘riesame’ l’alibi allora fornito (pur considerato ‘solido’) presenterebbe anomalie e incongruenze”. (Ansa)
Una delusione amorosa stava per costare la vita a un giovane di Cosenza che ha tentato il suicidio. Non fosse stato per la Polizia intervenuta subito sul posto l’epilogo era di certo tragico.
Il dramma si è sfiorato giovedi mattina nella città dei Bruzi. Il giovane, di 18 anni, è andato in cucina di casa sua e si è annodato attorno al collo un lenzuolo che era già fissato a un gancio. Sotto i piedi una sedia che il ragazzo, ormai deciso a farla finita, ha spinto facendola cadere in terra. Un pesante strattone al collo con tutto il peso del corpo e poi l’agonia.
La madre vedendolo penzolare con la testa china senza sensi si è messa a urlare e, sotto choc, è riuscita a mala pena a chiamare aiuto al 113. Una chiamata provvidenziale. Il personale della Polizia di Stato in servizio sulle Volanti, si è immediatamente fiondato sul posto e, mentre alcuni agenti sorreggevano il ragazzo ormai cianotico (colore della pelle bluastro per assenza di ossigeno, ndr), per sollevarlo, gli altri tagliavano il lenzuolo adagiandolo sul divano. Poi hanno chiamato il 118.
Il medico, che ha praticato le prime cure, ha riferito ai poliziotti che solo il loro tempestivo intervento aveva potuto evitare il peggio. Infatti il ragazzo al momento del loro intervento era già privo di sensi e come detto, cianotico.
Decisive sono state anche le prime manovre per rianimare il giovane da parte degli operatori di Polizia. Al termine dell’intervento il giovane, ormai fuori pericolo, è stato condotto presso il locale Ospedale per essere sottoposto alle cure necessarie. Alla base del disperato gesto, c’è una delusione amorosa.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni alla cerimonia di consegna dell’Autostrada Salerno Reggio Calabria
La A3 Salerno-Reggio Calabria diventerà A2 Autostrada del Mediterraneo. Lo ha annunciato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani al termine del viaggio sulla A3 completata alla presenza del presidente del consiglio Paolo Gentiloni.
“Si chiamerà Autostrada del Mediterraneo, una autostrada-itinerario che attraversa il cuore meridionale del Bel Paese divenendo essa stessa meta e luogo di sosta”, ha spiegato. E diventerà A2 “come naturale prosecuzione dell’itinerario Nord-Sud della A1”.
il ministro dei trasporti Graziano Delrio ha aggiunto che “nella cultura ebraica il nome significa anche destino, cambiare il nome significa cambiare anche il destino e significa voltare pagina”. Il titolare dei Trasporti ha sottolineato che la Salerno-Reggio Calabria oggi “diventa una storia positiva, cambia il suo destino”.
Dopo la nuova area imbarco a Fiumicino, con questa opera “speriamo che sia una nuova stagione, di opere non solo annunciate e promesse, ma anche realizzate”. “Noi non abbiamo definanziato niente – ha detto poi il ministro – La ‘ndrina ha scommesso molto che rimanesse incompiuta e che ci fossero fondi faraonici, noi non abbiamo definanziato niente, abbiamo usato lo stesso metodo della Torino-Lione con il criterio della sobrietà e della revisione
progettuale”.
Intanto, domani il consiglio dei ministri varerà anche un provvedimento che conterrà misure per il Mezzogiorno. Lo ha detto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni nella conferenza stampa per il completamento della Salerno-Reggio Calabria.
Dopo oltre 50 anni, i lavori dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria sono stati completati. Alle 16.30 al Castello di Altafiumara a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è intervenuto alla cerimonia. Una cerimonia sobria, senza tagli di nastri.
“Oggi dichiariamo guerra al luogo comune della Salerno-Reggio Calabria, uno dei luoghi comuni forti del nostro Paese. E lo facciamo con sobrietà”, ha detto Gentiloni. “Dobbiamo un ringraziamento al ministro dei trasporti
Graziano Delrio come lo dobbiamo fortissimo a Matteo Renzi, che in questi due anni ha lavorato, insistito e martellato perché a una giornata come oggi si riuscisse ad arrivare. Ringraziamo i cittadini per la pazienza”, ha aggiunto Gentiloni, prendendo in prestito il titolo del regista Troisi: “A loro dico ‘Scusate il ritardo’ e credo che dobbiamo dirlo sinceramente nel momento in cui questo ritardo viene colmato”.
Il presidente dell’Anas ha detto che l’arteria, super tecnologica, si chiamerà Autostrada del Mediterraneo. Fortemente soddisfatto l’ex premier Matteo Renzi che aveva promesso la consegna dell’opera riammodernata per giovedì 22 dicembre 2016.
“Dieci mesi fa – scrive Renzi su Facebook – i giornalisti della stampa estera si misero a ridere. Avevo appena annunciato che la Salerno – Reggio Calabria sarebbe stata inaugurata il 22 dicembre 2016. Grazie al lavoro del Ministero, dell’Anas, dei tecnici e degli straordinari lavoratori questo impegno domani diventerà realtà. Sono felice per gli utenti di questa travagliata strada.
“Ma sono felice soprattutto perché ridere CON gli italiani è bellissimo. Ma ridere DEGLI italiani, No. Un abbraccio affettuoso a chi ha riso di noi: domani non avranno motivo per farlo. E ricordiamoci che l’Italia ha mille difetti. Ma è comunque il Paese più bello del mondo. E non dobbiamo permettere a nessuno di riderle dietro. Viva l’Italia”, ha concluso l’ex premier.
Felice per #SalernoReggioCalabria ringrazio i lavoratori che hanno fatto impresa. Un abbraccio affettuoso ai giornalisti della stampa estera
BREVE STORIA DELL’A3 SALERNO REGGIO CALABRIA – I lavori per la realizzazione dell’autostrada partirono il 21 gennaio 1962 sotto la Presidenza di Amintore Fanfani. L’Autostrada Salerno-Reggio Calabria rappresenta la principale dorsale di collegamento per il Sud Italia e per la Sicilia. Il tracciato dell’autostrada A3, di estensione complessiva di 443 km, attraversa i territori della Campania (km 118), della Basilicata (km 30) e della Calabria (km 295) e le province di Salerno, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.
L’A3 Salerno-Reggio Calabria ha un tracciato prevalentemente di montagna, che prevede 190 gallerie e 480 tra ponti, viadotti e cavalcavia. Lungo l’itinerario sono presenti 52 svincoli.
Infografica della Salerno-Reggio Calabria
Durante il Governo Renzi è stato abbattuto l’ultimo diaframma della Galleria Mormanno Nord in data 10 marzo 2016 ed è stato inaugurato, il 26 luglio 2016, il viadotto Italia. A ottobre 2016 è stato completato lo scavo del tunnel, con l’abbattimento dell’ultimo diaframma in entrambe le carreggiate (prima la canna Nord, successivamente la Sud).
Decenni di false promesse, lunghe attese, corruzione e la ‘ndrangheta che controllava ogni chilometro, disse il magistrato antimafia Nicola Gratteri, oggi procuratore di Catanzaro. L’A3 è stato un affaire costato ai contribuenti italiani miliardi di euro, oltre agli enormi disagi dovuti a cantieri a cielo aperto, spesso d’estate che provocavano code lunghe chilometri per raggiungere la Sicilia o semplicemente per recarsi in Sila o al mare in Calabria. Era stata definita la più grande incompiuta, oggi è una realtà tra le migliori d’Europa. Era è resterà gratis.
La Corte d’appello di Reggio Calabria ha ridotto da 6 a 5 anni di reclusione la condanna inflitta all’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, imputato come ex sindaco di Reggio Calabria, per abuso e falso per le vicende legate alle autoliquidazioni dell’ex dirigente comunale Orsola Fallara, morta suicida nel 2010.
Pena ridotta anche per gli ex revisori dei conti Carmelo Stracuzi, Domenico D’Amico e Ruggero De Medici, da 3 anni a 2 anni e 4 mesi. Scopelliti era imputato per presunte irregolarità nei bilanci del Comune tra il 2008 e il 2010.
Dopo la sentenza di primo grado, Scopelliti si era dimesso da presidente della Regione Calabria senza aspettare la decadenza ai sensi della legge Severino, con ciò determinando lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale della Calabria. Il pg Alberto Cianfarini, nella sua requisitoria, aveva chiesto la conferma di tutte le condanne.
L’ex governatore della Lombardia e attuale senatore del Nuovo Centrodestra, Roberto Formigoni, è stato condannato a 6 anni di carcere. Lo ha deciso giovedì mattina la X Sezione penale del Tribunale di Milano nel processo sul caso Maugeri e San Raffaele per il quale Formigoni è imputato per associazione per delinquere e corruzione con altre 9 persone.
I capi di imputazione per cui Formigoni è stato condannato sono due per corruzione, mentre è stato prosciolto dal capo di imputazione di associazione per delinquere. I pm avevano chiesto per il senatore 9 anni di reclusione.
I giudici hanno anche deciso per lui l’interdizione per 6 anni dai pubblici uffici, condannandolo in solido con Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone a versare una provvisionale complessiva alla Regione Lombardia di 3 milioni di euro.
Il tribunale milanese ha disposto anche la confisca di circa 6,6 milioni di euro, tra cui la quota del 50% di proprietà di una villa in Sardegna il cui acquisto era stato uno dei punti al centro dell’inchiesta.
Con l’apertura al traffico della Galleria Larìa (Cosenza), si sono conclusi i lavori (avviati nel 1955) per la realizzazione della Salerno-Reggio Calabria. Ora è tutta percorribile su due e tre corsie. Diventerà l’autostrada del Mediterraneo e rimarrà gratuita, cioè senza pedaggio.
Anas, d’intesa con il Governo e il Ministero delle Infrastrutture e trasporti, ha già avviato un Piano di manutenzione da oltre 1 miliardo di euro, già interamente finanziato, per la realizzazione di interventi su un tratto di 58 km compreso tra le province di Cosenza e Vibo Valentia, in tratti già caratterizzati da quattro corsie e standard autostradali.
Inoltre la A3 si prepara a diventare la prima smart road italiana predisposta per la prossima guida autonoma. È in fase avanzata la gara da 20 milioni di euro che prevede la fornitura e la posa in opera di sistemi e postazioni per l’implementazione di infrastrutture tecnologiche avanzate per l’infomobilità e la sicurezza sull’intero itinerario. Un piano di interventi serrato, che si concluderà nel 2020.
Si tratta di un progetto ad alto contenuto innovativo, tra i primi al mondo nel settore stradale e unico per l’estensione ad un tracciato autostradale di oltre 400 km. La tecnologia Smart Road dota le arterie stradali di infrastrutture Wireless di ultima generazione che permetteranno il dialogo autostrada-utente e autostrada-veicolo. Anas ha voluto inoltre che lungo l’autostrada nascesse ‘La bellezza del Creatò, un luogo di preghiera dedicato a tutte le confessioni del Mediterraneo, dove onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita lavorando alla realizzazione dell’A3 nel corso di entrambe le fasi storiche: dal 1962 al 1972, periodo della sua realizzazione, e dal 1998 al 2016, durata del suo ammodernamento.
Questo angolo di raccoglimento e preghiera sorgerà a Villa San Giovanni, in un’area di proprietà di Anas, in un luogo che simboleggia la porta d’ingresso al continente e che collega l’autostrada agli imbarchi per la Sicilia. Il bando di gara, per la progettazione definitiva ed esecutiva del progetto, per un importo complessivo delle opere stimato in circa 3 milioni e mezzo di euro, è stato pubblicato a fine ottobre. È in corso l’analisi delle offerte.