Il voto di oggi in Emilia Romagna e Calabria rischia un vero tonfo di affluenza. Mai così bassa. Alle 19 in Emilia si è recato alle urne solo il 30,9% degli aventi diritto. Alle precedenti regionali, quando si votò però anche lunedì, l’affluenza alle urne alla stessa ora era il 39,6%.
Ancora più allarmante il confronto con le europee del maggio scorso (allora si votava in una sola giornata come oggi) quando alle 19 fu del 52,3%. Situazione appena migliore in Calabria (34,62%). Alle precedenti regionali, nel 2010, l’affluenza, alla stessa ora, era stata del 28,7%. Anche in quella occasione si votava anche di lunedì fino alle 15, mentre adesso mancano meno di tre ore alla chiusura delle urne.
Alle 12 l’affluenza era bassissima: poco sopra l’8 percento nelle due regioni. La tendenza non fa sperare in un recupero di oltre il 30 percento in modo da riflettere un’astensione fisiologica attorno al 20/25 percento. Gli astensionisti si apprestano dunque a essere il partito di maggioranza assoluta. Complice la disaffezione alla politica e altri specifici fattori come, ad esempio, le divisioni nel centrodestra che, soprattutto in Calabria hanno reso il risultato scontato a vantaggio del centrosinistra. Bisognerà comunque attendere l’inizio dello spoglio per capire il dato finale e i margini di vittoria di Mario Oliverio.
La bassa affluenza fa precipitare anche la percentuale per il raggiungimento del quorum di piccoli partiti e dei voti utili per entrare nelle assemblee elettive regionali.
In Emilia Romagna sono chiamati a votare circa 3,4 milioni di cittadini: gli sfidanti sono Maurizio Mazzanti (Liberi cittadini), Stefano Bonaccini (sostenuto da Pd, Sel, Emilia-Romagna civica e Centro per Bonaccini), Alan Fabbri (Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia), Cristina Quintavalla (L’altra Emilia-Romagna), Giulia Gibertoni (M5s) e Alessandro Rondoni (Ncd).