513.450. A tanto ammontano gli emendamenti sulla riforma costituzionale all’esame del Senato. Di questi, solo 510.293. sono stati presentati dalla Lega Nord. Un numero esorbitante e forse mai registrato prima che manifesta un chiarissimo segnale di ostracismo alla Riforma del Senato.
Per superare questo “ostacolo” il governo potrebbe bocciare in massa tutti gli emendamenti, senza esaminarli, e mettere la fiducia sulla riforma. Sarebbe impossibile esaminarli tutti.
Ma ce ne sono alcuni considerati strategici perchè puntano a smontare il nuovo Senato non elettivo. Del mezzo milione di emendamenti presentati alla riforma (oltre quelli leghisti) 17 sono della minoranza e al loro interno ce ne sono tre volti a ripristinare l’elezione diretta del Senato da parte dei cittadini.
Ma a favore del Senato elettivo si è formata, via via, una maggioranza trasversale che ha indotto Vannino Chiti (munito di pallottoliere) a fare salti di gioia (“C’è l’ok da 28 senatori Pd, gruppo Autonomie, Sel, Fi, M5S e Lega”), ha affermato Chiti.
Ma Renzi ha garantito che la maggioranza ha comunque i numeri. Una sfida a suon di emendamenti, con Calderoli pronto a presentarne altri sei milioni e mezzo per “affossare la riforma del Senato e la legislatura e mandare a casa Capitan Fracassa”.
Forza Italia ne ha presentati 1.075 (tra questi ci sono emendamenti per il ritorno al Senato elettivo); il Pd, tra maggioranza e minoranza, ne ha presentati 63; Sel, 1.043; e la componente del misto l’Altra Europa con Tsipras, 20. Dall’Ncd 11; 215 da Gal; Dal neo gruppo Fare (Tosi) 259; fanalino di coda Alleanza Liberalpopolare Autonomie, il nuovo gruppo verdiniano che ne ha presentati solo 3.
Attorno a questa formazione (sospettata “stampella renziana”) si è consumato un giallo, con il senatore Vincenzo D’Anna che “a titolo personale” aveva presentato i tre emendamenti uno dei quali “incendiario” (per ripristinare l’elezione diretta del Senato).
Una mossa che ha fatto galoppare la fantasia dei retroscenisti. Ma poi forse sotto la pressione dei colleghi del gruppo, D’Anna ha fatto dietro front ritirando tutti e tre gli atti al Senato. Dal Movimento 5 Stelle 194 proposte di modifica (oltre al Senato elettivo, l’introduzione, tra l’altro dei referendum propositivi).