Il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Genova, Roberta Bossi, ha rinviato a giudizio 23 politici tra ex ed attuali consiglieri regionali indagati nell’inchiesta sui rimborsi e sulle spese pazze sostenute con i soldi dei gruppi regionali dal 2010 al 2012.
Tra le persone rinviate a giudizio c’è anche Edoardo Rixi, vice del leader leghista Matteo Salvini e assessore regionale allo Sviluppo Economico, Francesco Bruzzone, anche lui leghista e attuale presidente del Consiglio regionale, e Matteo Rosso capogruppo di Fratelli d’Italia.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesco Pinto, i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare spese private con soldi pubblici spacciandole per attività istituzionali. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato e falso. Prosciolto, perché il fatto non sussiste, Mario Amelotti, ex contabile del Pd, mentre Maurizio Torterolo (Lega) ha patteggiato due anni. Il processo inizierà il prossimo 8 giugno 2016.
Il suo nome nell’inchiesta sui presunti falsi rimborsi fa rumore perché nel 2014, Matteo Salvini lo ha nominato vice segretario federale della Lega Nord. Un ruolo che condivide con Riccardo Molinari, altro fedelissimo di Salvini. Giovane e brillante, alle regionali del 2015 in Liguria venne investito della candidatura alla presidenza. Poi giunse un accordo tra Lega e Forza Italia e venne candidato Giovanni Toti che è stato eletto governatore coi voti determinanti del Carroccio. Rixi divenne assessore della giunta Toti.
EDOARDO RIXI “NON ABBIAMO FATTO NULLA” – “Non sono sorpreso, non mi aspettavo nulla di diverso, in questo paese le cose vanno in questo modo. Non abbiamo fatto assolutamente nulla”, è il commento di Edoardo Rixi. “Non mi volevo neppure candidare e mi sono trovato candidato presidente e tre giorni dopo l’annuncio stranamente è partita l’inchiesta”, è il sospetto dell’esponente politico.