I trafficanti di esseri umani in Libia hanno messo sui barconi migranti pur sapendo che c’è il blocco navale per via del G7 di Taormina. Ed è l’ennesima strage “pianificata” nel Mediterraneo. Il bilancio provvisorio parla al momento di 34 vittime, tra cui molti bambini.
Gli scafisti, dopo aver incassato circa 3.000 dollari a testa da oltre 500 migranti li hanno fatti imbarcare al porto di Zuara e, a poche miglia dalle coste libiche, dopo sei sette ore di navigazione nella speranza che qualcuno si trovasse lì per prelevarli e portarli in Italia, sono scivolati in acqua, annegando.
I barconi o i gommoni utilizzati dai terroristi (questo è il termine esatto, ndr) vengono alimentati giusto con il carburante necessario ad arrivare a 12 miglia dalla costa. Non di più, perché poi c’è l’incontro organizzato con le navi cosiddette umanitarie.
E’ ormai risaputo che molte imbarcazioni delle Ong si piazzano sulla linea di confine marittimo ad attendere queste carrette per poi far salire a bordo i clandestini e portarli nei porti di Sicilia e Calabria.
Questa settimana non dovevano far sbarcare migranti perché l’Italia dal 10 maggio a fine mese ha sospeso il trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone, con contestuale blocco del traffico aereo, marittimo e terrestre.
Quindi, è davvero crudele una strage di questa portata che appare pensata, se non organizzata, per sensibilizzare il mondo sul tema dell’immigrazione; probabilmente con l’obiettivo che i corpi galleggianti facciano tacere le polemiche sul business del secolo. Si spera che qualcuno in Italia indaghi e sbatta in galera i responsabili.
Sono in corso le ricerche di altre persone finite in mare, ma si temono numerosi dispersi. Le operazioni sono coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera. Numerosi migranti finiti in mare sono stati tratti in salvo dalla stessa Gc e dai marinai di altre navi che stanno operando sul posto. “Cui prodest” questa ennesima strage in mare? Si trovino i responsabili!