Dovrà scontare la pena residua, monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, condannato lo scorso 7 luglio a 18 mesi di reclusione dal tribunale vaticano nell’ambito del processo “Vatileaks 2” relativo alle fughe di documenti riservati dalla Santa Sede. La condanna è passata in giudicato e il prelato, che era in semilibertà, è stato nuovamente tradotto nelle celle vaticane.
Vallejo Balda era stato condannato insieme a Francesca Immacolata Chaouqui (condannata a dieci mesi, pena sospesa per 5 anni), entrambi componenti della Commissione Cosea sulle finanze vaticane. Secondo l’accusa, i due furono i “corvi” che fecero uscire fuori dalle mura leonine notizie e i documenti segreti.
Nel processo erano stati assolti con formula piena Nicola Maio, ex collaboratore di Vallejo Balda e, per “difetto di giurisdizione”, i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, finiti sotto processo perché ritenuti destinatari dei documenti riservati che sarebbero poi stati pubblicati nei bestseller “Via Crucis” e “Avarizia”.
Dopo la sentenza di luglio, nessuno degli imputati aveva proposto appello. Così ha fatto anche l’Ufficio del promotore di giustizia. Trascorsi 45 giorni, la sentenza è passata quindi in giudicato, diventando esecutiva.
Mons. Vallejo Balda, già segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, arrestato il primo novembre 2015, e negli ultimi tempi in stato di semilibertà, è stato nuovamente arrestato, lunedì 22 agosto, ai fini della pena residua ancora da scontare. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.