26 Aprile 2024

'Nadrangheta, la Valle d'Aosta non è un'isola felice. Il crimine organizzato non è strutturato ma restano influenti le famiglie. E' come l'acqua che s'infiltra tra vasi comunicanti (in una regione a statuto speciale)

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sentieri valle d'aostaIl Consiglio regionale ha preso atto nel pomeriggio di oggi della relazione conclusiva della Commissione speciale per l’esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta. ”Nel documento elaborato a seguito del lavoro svolto in questi dieci mesi di attività – ha riferito il Presidente Diego Empereur (Uv) -, abbiamo evidenziato che in Valle d’Aosta non esiste una presenza strutturata di organizzazioni criminali, tuttavia è emersa l’influenza di grandi famiglie della ‘ndrangheta che si è manifestata nel corso degli anni con episodi di riciclaggio di denaro, di traffico di stupefacenti e di estorsioni”. Secondo Empereur ”non bisogna far calare l’attenzione su questo fenomeno, ma neppure lanciare allarmi esagerati”.
Per il consigliere Alberto Bertin (Alpe) il gruppo avrebbe voluto presentare un nostro documento ”per rappresentare un approccio diverso, insieme con la relazione della Commissione, ma questo non ci e’ stato concesso e questa è una delle ragioni del nostro voto di astensione”. Secondo l’analisi svolta in aula da Bertin ”le infiltrazioni rappresentano da tempo nel Nord Italia un fenomeno che ha la capacità di influenzare la politica e le istituzioni. Nelle regioni settentrionali, secondo alcuni pubblici ministeri, la criminalità organizzata calabrese controlla il 5 per cento dei voti e la Valle d’Aosta non può considerarsi estranea a queste degenerazioni”. ”Pur senza allarmismi esagerati, – ha spiegato ancora Bertin – sarebbe tuttavia pericoloso e irresponsabile non cogliere i segnali inquietanti che si sono manifestati e che fanno considerare la ‘ndrangheta una seria minaccia per la Valle d’Aosta. Una minaccia che va fronteggiata e respinta in modo energico prima che sia troppo tardi”.
”I risultati del lavoro di questa Commissione – ha detto il presidente della Regione, Augusto Rollandin – non hanno fatto altro che risottolineare che avevamo messo in atto tutti gli strumenti di controllo, con particolare riguardo agli appalti pubblici della Regione, delle società partecipate e in collegamento con gli Enti locali, oltre che gli accordi con la direzione antimafia per trasmettere tutto quello che viene svolto nelle zone che sono più a rischio. Confermiamo da parte dell’Amministrazione regionale l’intenzione a mantenere la massima attenzione sull’argomento e crediamo importante il coinvolgimento di tutti al fine di dare operatività e concretezza alle risultanze dei lavori della Commissione”.
Il presidente Diego Empereur, in chiusura di dibattito, si è detto disponibile a riconvocare la Commissione, coinvolgendo anche gli uffici, al fine di studiare le migliori modalità per dare pubblicità agli atti.


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