Il ministro della Difesa slovacco Robert Kaliňák, che ha preso ad interim le funzioni di premier in Slovacchia, ha sottolineato che le condizioni di Robert Fico sono “stabili, ma ancora molto gravi”.
“Tuttavia l’intervento ha permesso di controllare e guarire le ferite da arma da fuoco”, ha aggiunto Kalinak parlando ai media all’uscita dell’ospedale, come riporta Aktuality. Il premier slovacco è stato operato un’altra volta.
L’uomo arrestato per aver sparato al premier slovacco, Robert Fico, comparirà domani, sabato 18 maggio in tribunale, riferisce la portavoce della Corte slovacca. Dalle indagini sull’attentato sono emersi nuovi dettagli sull’arma utilizzata da Juraj Cintula: stando agli inquirenti si tratta di una pistola CZ75 calibro 9 millimetri di produzione ceca. L’uomo, che la possedeva legalmente, era in grado di utilizzarla perché aveva in passato lavorato nella sicurezza.
L’agenzia anticrimine slovacca ha fatto una perquisizione nella casa di Jurai Cintula, a Levice. L’uomo è stato portato sul posto da un commando speciale chiamato Linx. I poliziotti si sono trattenuti nella casa dell’arrestato per alcune ore. Alla fine hanno portato via il computer e diverso altro materiale utile alle indagini.
Juraj Cintula, 71 anni, ha detto alla polizia che il suo interno era di ‘ferirlo’ non di ‘ucciderlo’. L’aggressore aveva pianificato l’attacco alcuni giorni prima. Cintula rischia da 25 anni all’ergastolo.
Intanto in Slovacchia non si placano le polemiche in merito alla sicurezza assegnata al premier e alla loro reazione al momento dell’attacco. In un’intervista rilasciata alla tv Ta3, il ministro degli Interni Matus Sutaj Estok, nega ogni fallimento. Soprattutto, afferma di non vedere alcun motivo per dimettersi o licenziare il direttore dell’Ufficio per la protezione dei funzionari costituzionali. “Il procedimento delle guardie sarà esaminato, li riterremo specificamente responsabili. Sostengo pienamente il capo dell’Ufficio per la protezione dei funzionari costituzionali; ha molti anni di esperienza. Ha salvato la vita al premier, i suoi abiti erano ricoperti di sangue”, ha detto Estok. Il ministro ha inoltre annunciato che è salito a 40 il numero degli utenti indagati dopo aver espresso sui social l’approvazione per l’attentato.
“I leoni da tastiera”, come li chiama Estok, sono o saranno interrogati. “Tutti gli autori e coloro che approvano l’attentato al premier saranno interrogati. Devono cessare campagne feroci e odiose e le minacce di morte”, ha detto Estok, aggiungendo che è stata rafforzata la protezione degli esponenti costituzionali e deputati nonche delle redazioni dei media. Il ministero e le sue componenti intendono procedere fermamente contro i conspiratori e divulgatori dell’odio.