Altri due consiglieri del Csm si sono autosospesi dopo l’inchiesta della procura di Perugia che sta facendo luce su presunti “scambi di favori” tra magistrati, nel cui ambito cui è stato coinvolto l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara. Si tratta del presidente della Commissione Direttivi Gianlugi Morlini (Unicost) e del consigliere Paolo Criscuoli. Si tratterebbe di un ulteriore sviluppo della bufera che ha investito il Csm sull’onda dell’inchiesta perugina.
“Gli eventi di questi giorni hanno inferto una ferita profonda alla magistratura e al Csm. Profonda e dolorosa”: ha detto il vice presidente del Csm David Ermini, aprendo il plenum straordinario del Csm.
“Siamo di fronte a un passaggio delicato – ha detto ancora Ermini -: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti. Il Csm è e deve essere la nostra sola casacca. Altre non ne abbiamo”, ha affermato in un altro dei passaggi del suo intervento.
“Questa consapevolezza implica innanzitutto che l’attività di ogni componente venga svolto tenendo conto dell’autorevole consiglio e dell’esempio animatore che provengono dal capo dello Stato, il quale non ha mai fatto mancare la sua guida illuminata attraverso la continua interlocuzione con il vicepresidente”.
“L’associazionismo giudiziario – secondo Ermini – è stato un potente fattore di cambiamento e di democratizzazione della magistratura”. E ancora oggi svolge un “ruolo prezioso”. “Ma consentitemi di dire che nulla di tutto ciò vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l’operato del Csm”.