Svolta sull’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Passarielli, fatto di sangue avvenuto nel 1998. All’alba i carabinieri del comando provinciale di Caserta, su mandato della Dda di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre esponenti del clan camorristico “Belforte” di Marcianise – presunti responsabili, a vario titolo, di omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Nell’ambito di un’articolata indagine avviata dalla procura nel marzo del 2012, sono state accertate gravi presunte responsabilità penali a carico dell’imprenditore Angelo Grillo, legato al sodalizio camorristico marcianisano, il quale al fine di imporsi nel settore terziario e di aggiudicarsi l’appalto per le pulizie dei presidi ospedalieri dell’Asl Caserta 1, non aveva esitato a commissionare ai vertici del clan Belforte, del quale era sodale, l’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Passarielli, già leader del settore “pulizie” e vincitore di appalti di servizio da prestare all’Asl di Caserta, suo concorrente, e pertanto di intralcio alla sua ascesa imprenditoriale;
Sono emerse anche gravi responsabilità a carico di Gennaro Buonanno, classe ‘49 e Antonio Della Ventura, detto “o coniglio”, classe ‘64, i quali in concorso con Salvatore Belforte, capo dell’omonimo clan e dal marzo 2015 collaboratore di giustizia nonché Pasquale Castaldo, deceduto nell’anno 2003 a seguito di agguato camorristico in Caivano, avevano acconsentito al desiderio del Angelo Grillo, pianificando e realizzando l’omicidio del Passarielli in data 27 gennaio 1998.
A tutti la procura partenopea contesta l’aggravante di aver commesso i fatti al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan Belforte” di Marcianise a cui appartiene il titolare della ditta, già tratto in arresto in questa indagine ed attualmente detenuto al regime di 41/bis.
In particolare, l’individuazione dei responsabili dell’efferato fatto di sangue avveniva nel corso delle attività intercettive che dall’anno 2012 venivano attivate al fine di smantellare la rete delle corruttele esistenti nell’universo dell’Asl. e delle amministrazioni pubbliche in genere della provincia e del comune di Caserta.
Proprio la captazione di conversazioni a carico di un importante dirigente dell’azienda ospedaliera consentiva di apprendere che l’imprenditore Grillo era considerato particolarmente pericoloso e temibile in quanto, quale espressione del clan Belforte, si era nel tempo imposto come affidatario di importanti appalti pubblici giungendo a commissionare anche omicidi all’organizzazione a cui era affiliato. Tale dato ha consentito di individuare l’inizio della sua ascesa imprenditoriale e criminale, nell’insoluto delitto Passarielli.
I successivi accertamenti e soprattutto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno consentito di acquisire gravi indizi di reato a carico dei soggetti, destinatari dell’ordinanza applicativa della misura di custodia cautelare.
Gli inquirenti hanno anche accertato, che nell’anno 1998, Grillo avrebbe vinto, con alcuni brogli e grazie all’intervento di importanti politici di livello nazionale, l’appalto per la fornitura di servizi di pulizia presso l’Asl di Caserta. Vincenzo Passarielli, all’epoca titolare della ditta Igea Sud, leader nel settore di servizi terziari, concorrente del Grillo nell’aggiudicazione dell’appalto in argomento, aveva compreso che l’aggiudicazione era avvenuta a favore di Grillo grazie ad evidenti brogli per cui aveva deciso di presentare un ricorso al Tar al fine di smascherarne l’illiceità. Seguirono dapprima forti minacce affinchè ritirasse il ricorso, non gradito agli amici di Marcianise, e poi la morte dell’imprenditore.
Dopo l’omicidio, le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e dalla Squadra Mobile di Caserta non riuscivano ad infrangere il muro di omertà che permeava l’ambiente imprenditoriale in argomento, non comprendendo che si era trattato di omicidio di stampo camorristico.
Le indagini sulle modalità di assegnazione degli appalti pubblici, sui rapporti tra Mafia, imprenditoria e politica nella provincia di Caserta coordinate dalla procura, dopo circa quindici anni dal fatto di sangue, consentivano, invece, di inquadrare l’omicidio Passarielli tra i delitti di camorra, e di fornire un movente all’esecuzione dello stesso: la volontà del clan camorristico Belforte di subentrare direttamente, attraverso una ditta facente capo ad un suo affiliato, nella gestione di importanti appalti di servizi. In tale ottica perveniva ai vertici del sodalizio camorristico di Marcianise, nella persona di Salvatore Belforte, la richiesta del Grillo di eliminare il Passarielli. Grillo, sostengono gli investigatori, giungeva a fornire al capo del sodalizio una pistola, illegalmente detenuta, affinché l’omicidio fosse eseguito con una sua arma.