Turbativa d’asta, falso e corruzione ma anche libertà degli incanti, peculato, falso ideologico, alla truffa ai danni dello Stato sono le accuse per cui è scattato l’arresto nei confronti di appartenenti all’Amministrazione penitenziaria di Bergamo e di alcuni imprenditori della provincia bergamasca.
Le ordinanze eseguite dai carabinieri e dai militari della Guardia di Finanza di Bergamo riguardano l’ex direttore del carcere della città lombarda e altri cinque indagati: il comandante degli agenti della Polizia penitenziaria, un commissario, quest’ultimo distaccato nel carcere di Monza, il dirigente sanitario del carcere bergamasco e due imprenditori di Urgnano (Bergamo), tutti posti agli arresti domiciliari.
Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa, coordinata dai pm di Bergamo, Maria Cristina Rota e Emanuele Marchisio, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Clusone con la collaborazione di personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Bergamo.
Le indagini nascono per far luce sul trattamento carcerario “di favore” garantito
ad un imprenditore arrestato, nell’aprile 2017, Gregorio Cavalleri, dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini collegate alla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
L’arrestato 67enne, originario di Dalmine (Bergamo), ristretto nella circostanza presso il carcere di Bergamo, aveva di fatto evitato il regime carcerario ordinario, fruendo di un lungo ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, grazie a certificazioni mediche attestanti un grave shock emotivo che non risulta che il detenuto avesse effettivamente subito.
Le indagini, spiega una nota congiunta di Carabinieri e Finanza, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda, tra gli altri, dell’attuale Comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, hanno consentito di fare luce anche su numerose altre condotte ritenute illecite, tra cui false attestazioni sanitarie finalizzate a far ottenere benefici economici (pagamento licenza non fruita all’atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza, riposo medico per patologie inesistenti e concordate) all’ex Direttore del Carcere, da pochi giorni in pensione, Antonino Porcino.
Sono emerse altre false attestazioni relative a vicende che hanno interessato alcuni detenuti; corruzione connessa alla stipula di contratto di fornitura, in esclusiva, di distributori automatici di alimenti, bevande e tabacchi all’interno della casa circondariale di Monza.
L’accusa contesta anche la distrazione di personale in servizio della Polizia Penitenziaria e di materiali vari, di proprietà dell’Amministrazione e in deposito presso la locale Casa Circondariale, per lavori di ristrutturazione dell’appartamento privato dell’ex Direttore del Carcere.
Sarebbe stato accertato l’utilizzo di personale della Polizia Penitenziaria in servizio, di veicoli dell’Amministrazione nonché di materiale del Carcere di Bergamo, per esigenze private dell’ex Direttore e di altri funzionari di Polizia Penitenziaria.
Infine l’assunzione clientelare di personale presso la casa circondariale di Bergamo.
Sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini, che oggi sono culminate con l’esecuzione dei sei provvedimenti di arresto, nei confronti dei principali indagati e di numerose perquisizioni da parte dei Carabinieri e dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo, in collaborazione con personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, presso le Case Circondariali di Bergamo e di
Monza e nelle abitazioni e uffici degli indagati.