Lieve calo dei nuovi malati per covid. Sono complessivamente 94.067 i malati in Italia (in larga parte a domicilio con lievi sintomi, ndr), con un incremento rispetto a ieri di 880, vale a dire meno della metà dell’aumento di lunedì quando erano stati 1.941. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – è di 135.586. Tra questi ci sono 24.392 persone dimesse perché stanno bene.
Il dato è stato fornito nel punto quotidiano della Protezione Civile. Sono 3.792 i pazienti nei reparti di terapia intensiva, 106 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.305 sono in Lombardia. Dei 94.067 malati complessivi, 28.718 sono poi ricoverati con sintomi – 258 in meno rispetto a ieri – e 61.557 sono quelli in isolamento domiciliare. Sono 17.127 le vittime dopo aver contratto l’infezione in Italia.
I decessi sono tuttavia da confermare: occorre stabilire con certezza se siano stati provocati con il covid. Secondo molti esperti per accertarlo ci vorrebbe l’autopsia, un esame che purtroppo non viene effettuato su nessuno. Per quasi il 90% si tratta di pazienti anziani deceduti perché affetti da altre gravi patologie, anche due o tre insieme, che avrebbero contratto l’infezione del cosiddetto covid-19.
La classificazione dei decessi a parere di alcuni esperti è “palesemente alterata” (In Germania su oltre 105mila contagi ci sono meno di 2mila morti, in Italia oltre 17mila, ndr), non corrispondente alla realtà dei fatti perché se è vero che una infezione da covid accelera la morte, questo avviene ogni anno nelle stagioni influenzali dove un semplicissimo raffreddore può rappresentare il triste epilogo per pazienti gravemente malati o terminali.
Secondo il presidente dell’Istat i decessi avvenuti a Marzo 2019 sono oltre 15.100, nello stesso mese 2018, oltre 16mila. A Marzo 2020, secondo il presidente Blangiardo i decessi sono stati 12.352. La stretta è quindi servita? Nessuno è in grado di spiegare con evidenze scientifiche. Si naviga a vista, è il caso di dire.
Per molti esperti il rischio maggiore è che ora milioni di italiani ai domiciliari da quasi un mese (ma non bastavano 14 giorni di quarantena come ha sempre raccontato palazzo Chigi e il suo comitato scientifico?, si domanda più di qualcuno) possano contrarre altre malattie per essere stati rinchiusi in casa per evitare il contagio.
In sostanza, se non ci si ammala di covid, possono sorgere altre patologie come depressione, diabete, malattie cardiovascolari e altro che rappresentano, oltre al fattore di salute individuale, costi esorbitanti a carico del sistema sanitario nazionale, senza calcolare gli effetti della pandemia economica, più grave e devastante del virus.
Cresce il numero dei morti tra i medici e gli infermieri, i più esposti. Dall’inizio dell’epidemia (20 febbraio, ad oggi 47 giorni) sono 26 gli infermieri che sarebbero deceduti a causa del Covid-19 e 6.549 i contagiati, ben 1.049 in più rispetto a sabato scorso 4 aprile 2020.
I dati sono stati resi noti dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi), che sottolinea come nel giro di 48 ore il numero di positivi tra gli infermieri sia pari a un terzo dei contagiati totali nello stesso periodo di tempo. E indica che è la categoria sanitaria che conta il maggior numero di positivi: il 52% di tutti gli operatori.
I sanitari, benché protetti con indumenti e mascherine, rimangono i più esposti. A mettere l’accento sul fatto che le mascherine “non sono efficaci” contro il virus, è stata la stessa organizzazione mondiale della Sanità. Ieri il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che da sole non bastano a evitare il contagio. Oggi l’Oms ha ribadito il concetto, affermando che le mascherine diffuse a milioni tra i cittadini “danno un falso senso di sicurezza”. Il nanopatologo Stefano Montanari in una intervista aveva anticipato la stessa cosa qualche settimana addietro. “Mettere la mascherina per proteggersi dai virus, equivale a mettere delle cancellate per difendersi dalle zanzare”, ha detto il medico che da decenni studia microparticelle, virus, batteri, funghi e polveri sottili. Leggi l’intervista integrale al dottor Montanari
Coronavirus, Oms: “Mascherine creano falso senso sicurezza”
“L’uso esteso di mascherine da parte di persone sane nell’ambiente della comunità non è supportato da prove e comporta incertezze e rischi. Non esistono al momento evidenze secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di tutta la comunità possa impedire la trasmissione di infezione da virus respiratori, incluso Covid-19”. Lo ribadisce l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un nuovo documento con linee guida dedicate alle mascherine. Oltre agli anziani, a essere maggiormente colpiti sono infatti i sanitari a contatto con i pazienti.
Larga parte dei contagi, non solo in Italia, avviene infatti negli ospedali dove medici e infermieri in trincea sono protetti da dispositivi di protezione che evidentemente non proteggono com’è stato detto dagli “scienziati” dall’inizio dell’emergenza. Probabilmente dall’analisi di questo dato l’Oms ha rivisto la sua posizione sulle “mascherine inutili” e dettato nuove linee strategie di contenimento.