23 Gennaio 2025

Crisi in Siria, Iran: “Sosterremo Damasco con tutto ciò che è necessario”

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“Teheran continuerà a sostenere la Siria “con tutto ciò che è necessario”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano citato dai media internazionali.

Intanto, l’Onu afferma che i combattimenti in corso in Siria hanno provocato almeno 370.000 sfollati.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che le forze filo-turche che si oppongono al presidente siriano Bashar Al Assad stanno puntando a raggiungere Damasco. “Dopo Idlib, Hama e Homs ovviamente l’obiettivo sarà Damasco. La marcia delle forze di opposizione continua. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi”, ha affermato Erdogan, parlando con i giornalisti dopo avere partecipato alla preghiera del venerdì in una moschea di Istanbul, come riferisce Anadolu.

“Abbiamo lanciato un appello a Bashar Al Assad, abbiamo detto ‘forza, determiniamo assieme il futuro della Siria’. Purtroppo, non abbiamo ricevuto una risposta positiva riguardo a questo”. Lo ha affermato il presidente turco, riferisce Anadolu, nel contesto dell’avanzata in Siria delle forze filo-turche che si oppongono a Damasco. Dopo avere interrotto le relazioni con Assad nel 2011, avendo sostenuto le proteste dell’opposizione, negli ultimi anni Erdogan ha chiesto più volte un incontro al presidente siriano per tentare di ristabilire le relazioni.

Libano e Giordania intanto hanno chiuso le frontiere con la Siria, mentre i ribelli jihadisti siriani di Daraa hanno conquistato il valico frontaliero con la Giordania a Nassib. I ribelli che da ieri controllano la città di Hama stanno invece avanzando verso sud verso la città di Homs, a nord di Damasco dalla quale si starebbero ritirando le forze governative. I ribelli sono arrivati a soli cinque chilometri dalla terza città del Paese, ha precisato l’Osservatorio, “dopo aver preso il controllo delle cittadine di Rastan e di Talbisseh”. L’Ong, aggiunge che il controllo di Homs permetterebbe ai ribelli di “tagliare la strada principale che conduce alla costa siriana”, roccaforte della minoranza alawita di cui fa parte il presidente Assad.

L’aviazione russa è entrata però in azione con raid aerei a nord di Homs sulle colonne degli insorti anti-governativi che tentano di arrivare in città. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, i jet di Mosca sono decollati dalla base aerea russa di Hmeimim, sulla costa mediterranea, dopo che nelle ultime ore le forze russe hanno perso il controllo dell’aeroporto di Hama, nella Siria centrale.

Anche Daraa e Suwayda, i due principali capoluoghi della Siria meridionale sono ora sotto il controllo delle rispettive forze locali anti-governative, secondo quanto riferiscono media siriani e panarabi precisando che gli insorti sunniti a Daraa hanno preso il controllo delle postazioni governative dopo il ritiro dei soldati di Damasco. A Suwayda, a maggioranza drusa, le elite locali hanno dal canto loro assicurato il passaggio di consegne tra le forze governative in ritirata e le autorità locali druse.

Le forze curdo-siriane, espressione dell’ala siriana del Pkk, sono entrate intanto nella città orientale di Deir az Zor e hanno preso il controllo dell’aeroporto dopo che le forze governative si sono ritirate. E il loro capo si dice aperto ai colloqui con i ribelli islamici filo-turchi, sottolineando che le conquiste dei ribelli annunciano una “nuova” realtà politica.

Mazloum Abdi, leader delle Forze democratiche siriane (Sdf) che controllano gran parte del nord-est della Siria, ha dichiarato ai giornalisti: “Vogliamo una de-escalation con Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e altre parti e risolvere i nostri problemi attraverso il dialogo”, anche con la Turchia. “Siamo rimasti sorpresi nel vedere l’improvviso e rapido crollo delle forze governative siriane in prima linea, mentre le fazioni hanno preso il controllo di vaste aree, imponendo una nuova realtà politica e militare”, ha aggiunto.

Abu Mohammad al-Jolani, leader della milizia Hts che guida l’opposizione armata in Siria, ha affermato, nella prima intervista da anni alla Cnn, che l’obiettivo dei ribelli filoturchi è di rovesciare il regime di Assad . L’intervista è stata fatta, fa sapere la Cnn. in una località segreta della Siria, proprio mentre Hts conquistava Hama. “L’obiettivo della rivoluzione è il rovesciamento di questo regime. È nostro diritto usare tutti i mezzi disponibili per raggiungere tale obiettivo”, ha affermato Jolani. “La Siria merita un sistema di governo istituzionale, non uno in cui un singolo sovrano prende decisioni arbitrarie”.

Cellule dello ‘Stato islamico’ (Isis) si sono mobilitate nel frattempo lungo la bassa valle dell’Eufrate in Siria occupando le posizioni lasciate sguarnite dalle forze governative in ritirata. Lo riferiscono fonti locali sul terreno, secondo cui cellule dell’Isis si sono attivate anche nella Badiya, la zona stepposa nel centro della Siria lungo la strada Homs-Palmira.

Ad Hama i ribelli abbattono la statua del padre di Assad
I ribelli jihadisti filoturchi, dopo aver conquistato Hama, hanno abbattuto i simboli del regime che finora aveva saldamente in mano la città siriana dal 2011, tra cui l’enorme statua del padre dell’ex presidente siriano, Hafez al-Assad, tra le urla dei miliziani. Lo riportano i media internazionali.

La televisione Al Jazeera ha trasmesso le immagini dei combattenti ad Hama, alcuni dei quali salutano i civili vicino a una rotonda mentre altri guidano veicoli militari e ciclomotori.


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