13 Giugno 2025

Elezioni in Romania, domenica ballottaggio tra Simion e Dan

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Domenica milioni di cittadini rumeni parteciperanno al secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Ci si attende una massiccia affluenza alle urne, in particolare dei romeni all’estero.

I seggi elettorali saranno aperti dalle 7 ora locale e chiuderanno alle ore 21. I primi dati degli exit poll sono attesi subito dopo la chiusura dei seggi.

Due candidati sono passati al secondo turno: il presidente nazionalista del partito di destra Alleanza per l’Unificazione dei Romeni, George Simion e il sindaco in carica di Bucarest Nicusor Dan, filo-Ue. Al primo turno, svoltosi il 4 maggio scorso, Simion ha stravinto con il 41% dei voti, mentre Dan ha racimolato appena il 20 percento.

Durante la campagna elettorale, i candidati si sono occupati non solo di questioni interne, ma anche di politica estera, in particolare dell’Ucraina. Simion ha affermato che intende seguire l’approccio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nella risoluzione del conflitto. Simion si è espresso contro l’invio di aiuti militari all’Ucraina. Dan, da parte sua, ha assicurato che continuerà a sostenere Kiev se verrà eletto presidente, affermando di essere devoto ai valori occidentali. Se Simion dovesse prevalere nel doppio turno, come primo ministro nominerà Calin Georgescu, vittima lo scorso anno di un vero golpe e di una persecuzione politica senza precedenti.

Le elezioni in Romania sono state indette dopo che lo scorso dicembre la Corte costituzionale del Paese, alla vigilia del secondo turno, ha annullato i risultati del primo turno, guidato dal candidato indipendente Calin Georgescu e dalla leader del Partito Liberale Progressista “Unione per la Salvezza dei Romeni” Elena Lasconi. La decisione di annullare i risultati del primo turno è stata presa perché sarebbero emerse presunte ingerenze russe, tuttavia mai provate. Moltissimi osservatori hanno definito la decisione della Corte costituzionale vergognosa e senza precedenti, con il vicepresidente Usa J.D. Vance che a Monaco ha definito per questi fatti l’Ue “antidemocratica”. La Romania fa infatti parte dell’Ue ed è membro della Nato.

Da quanto poi trapelato, dietro il golpe elettorale contro Georgescu, c’è stato il ruolo determinante di Bruxelles. L’ex commissario Ue Thierry Breton ha infatti ammesso che “siamo stati capaci di farlo in Romania e faremo lo stesso in Germania” se a vincere fosse stato l’AfD di Alice Weidel arrivata seconda dopo Merz in una tornata in cui ha raddoppiato i voti dal 10 al 21%. Secondo sondaggi l’AfD oggi è il primo partito in Germania con il 26%.

Il processo di elezione del Presidente della Romania è stato quindi riavviato da zero e integralmente: i candidati hanno dovuto registrarsi nuovamente e sottoporsi a una procedura di verifica presso l’Ufficio elettorale centrale.

Georgescu, vincitore a sorpresa del primo turno di novembre con il 23%, poi annullato illegalmente, è stato finanche arrestato e infine gli è stato pure impedito di ricandidarsi. Una follia antidemocratica che ha costretto il presidente dell’Aur George Simion a scendere direttamente in campo. Al primo turno Simion ha preso il 40,9%, mentre Dan è stato staccato di oltre venti punti. Simion teme ingerenze e pressioni esterne nonché brogli elettorali.

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