16 Maggio 2025

Elezioni in Romania, il nazionalista George Simion stavince con il 41%. Ballottaggio con Dan

Dopo il "golpe" giudiziario orchestrato da Bruxelles contro Calin Georgescu, il presidente dell'Alleanza per l'unione dei romeni ha messo al tappeto l'establishment Ue che oggi, frastornato per la schiacciante vittoria di Simion, fino al 18 maggio, giorno del ballottaggio, farà di tutto per fermarlo. Al doppio turno il leader di Aur se la vedrà con il sindaco di Bucarest Nicusor Dan, staccato di venti punti. Georgescu se vince Simion diventerà primo ministro.

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Da sinistra George Simion e Calin Georgescu in una foto del 4 maggio 2025, giorno delle elezioni presidenziali in Romania

Il candidato nazionalista euroscettico George Simion, dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur) ha stravinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania con il 40,96%. Lo comunica la commissione elettorale centrale di Bucarest. Lo scrutinio delle schede è arrivato al 100%. Il voto è stato molto dispersivo: c’erano infatti ben 11 candidati alla presidenza. L’affluenza è stata del 53,21%. Simion ha preso quasi il 60 percento dei voti della “diaspora”, ossia i romeni residenti all’estero.

Questa tornata elettorale è stata stabilita dopo l’incredibile e inaudito annullamento – da parte dei giudici della corte costituzionale – delle elezioni di novembre 2024 in cui era arrivato primo, a sorpresa, Calin Georgescu, apprezzato leader politico dello stesso partito di Simion, che si è visto prima annullare le elezioni per presunte ingerenze russe, mai provate, poi è stato arrestato con accuse pretestuose e infine gli è stato impedito di ricandidarsi alle nuove elezioni di maggio, per cui si è impegnato in prima persona Simion, che ora, fa sapere lui sui social, teme brogli elettorali messi in atto da chi vuole fermarlo, così come hanno fatto con Georgescu.

Sempre secondo i media, al secondo posto ci sarebbero i filo-Ue/progressisti Nicușor Dan (sindaco di Bucarest), che supererebbe di poco Crin Antonescu: il primo intorno al 20,9%, il secondo al 20,5%. Poi seguono Victor Ponta 13,7% ed Elena Lasconi al 2,6%. Se la tendenza resta questa si profila il ballottaggio tra Simion e Nicușor Dan. Il doppio turno è previsto per il 18 maggio. Se non ci dovessero essere manipolazioni e dovesse vincere Simion, Calin Georgescu sarà nominato primo ministro.

Georgescu e Simion insieme al seggio per votare (foto Epa)

Quelle del 4 maggio sono elezioni scaturite dal “golpe” giudiziario dello scorso dicembre. Alla vigilia del ballottaggio, infatti, i giudici della Corte costituzionale – spinti da forti pressioni e influenze Ue – hanno annullato le elezioni svoltesi a novembre in cui il nazionalista Georgescu, candidato outsider, è arrivato primo con circa il 25% dei voti conquistando così il ballottaggio; doppio turno nel quale il leader rumeno era dato nei sondaggi al 64%. Da quì la folle pensata dell’establishment Ue di muoversi per impedire che prevalesse la volontà democratica dei romeni che in larga parte hanno votato liberamente per Georgescu. Non era evidentemente il candidato gradito allo stato profondo di Bruxelles, quindi hanno annullato le elezioni con un pretesto mai provato: presunte interferenze russe e per il fatto che ha fatto la campagna elettorale utilizzando TikTok, il social cinese tra i più diffusi al mondo.

Al proposito l’ex commissario Ue Thierry Breton aveva ammesso e avvertito: “Siamo stati capaci di fare annullare le elezioni in Romania e saremo in grado di farlo anche in Germania” se a vincere alle scorse elezioni fosse stato l’AfD di Alice Weidel. Afd non ha vinto ma ha raddoppiato i voti dal 10% al 21 percento, arrivando secondo dopo il partito filo-Ue di Merz. Oggi secondo sondaggi citati dai media, Alternative fuer Deutschland sarebbe vicino al 30 percento, diventando il primo partito in Germania. Addirittura i buracrati fedeli alle potenti èlite, col supporto dei media corrotti, stanno cercando di mettere al bando AfD col pretesto di essere un partito estremista e xenofobo. Non importa che piaccia al popolo tedesco. Deve piacere a una ristrettissima cerchia di autocrati.

Le stesse èlite hanno compiuto un altro colpo di mano giudiziario in Francia, con i giudici che hanno condannato Marine Le Pen alla ineleggibilità per un presunto peculato riguardo le spese degli europarlamentari per i collaboratori negli anni passati quando c’era ancora il Front national fondato dal padre. Una “cresta” che fanno tutti o quasi a Strasburgo, dagli europarlamentari del S&D, al PPE e molti altri. La leader del Rassemblement National, Le Pen è la grande favorita alle presidenziali del 2027.

Dopo avere appreso della schiacciante vittoria già dagli exit poll, Simion ha detto che quella di oggi “è la vittoria di chi non ha perso la speranza”. Il risultato odierno “non è solo una vittoria elettorale, è una vittoria per la dignità rumena”, ha affermato sottolineando che “a vincere è stato il popolo romeno”. “Il Popolo romeno ha parlato e si è risollevato”.

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