L’Amministratore delegato della Volkswagen, Martin Winterkorn si è dimesso dopo scandalo negli Stati Uniti sulle emissioni truccate di veicoli diesel. “Serve un nuovo inizio. Nel quadro di questo nuovo inizio l’ad Winterkorn ha proposto le sue dimissioni e il presidio lo ha accettato”.
Lo ha detto il presidio del Consiglio di sorveglianza di Volkswagen. Nel rassegnare le sue dimissioni Winterkorn ha dichiarato di non essere a conoscenza di comportamenti illeciti. “Aldilà dei danni economici non ancora calcolati”, il presidio di Volkswagen ha citato “la perdita di fiducia di tanti clienti”.
“Sono scioccato dagli eventi degli ultimi giorni. Sono soprattutto allibito che uno scandalo di tali dimensioni sia stato possibile nel Gruppo Volkswagen. Come Amministratore delegato mi assumo la responsabilità delle irregolarità emerse sui motori diesel”, dice l’ormai ex ad in uno statement comparso sul sito di Volkswagen “Lo faccio – ha detto – nell’interesse dell’azienda, pur non avendo assunto alcun comportamento sbagliato. Sono convinto che il Gruppo Volkswagen e la sua squadra supereranno questa grave crisi”.
Una crisi che nasce dai dati falsati sulle emissioni di gas che interessano centinaia di migliaia di auto (si parla addirittura di 11 milioni di veicoli) che il colosso ha esportato non solo negli Stati Uniti, dove ha palesemente aggirando i controlli e beffato la legge statunitense, ma in tutto il globo. Una richiesta di controlli e indagini è stata avanzata dall’Ue a tutti i 28 stati membri sui cui territori vi sono milioni di auto del gruppo incriminato.
Le dimissioni di Martin Winterkorn hanno fatto respirare il gruppo Volkswagen, con un rialzo di oltre il 5% alla Borsa di Francoforte dopo essere precipitata ieri sotto il 25 percento, lasciando bruciati sul campo 24 miliardi di euro. Azionisti furibondi per aver perso oltre un terzo del valore del titolo, hanno chiesto chiarezza e la testa dell’Ad, oltre naturalmente a chiedere lumi al governo tedesco, che secondo quanto trapelato ieri, “Berlino (cioè Merkel) era a conoscenza del trucco”.
Il governo tedesco replica stizzito: “Le accuse sono false e inopportune”. Ha risposto così il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt in uno statement a Berlino, alle accuse secondo cui il governo tedesco sapesse delle manipolazioni dei dati antismog. “Ho appreso delle manipolazioni lo scorso weekend dalla stampa”, ha risposto a proposito del caso Volkswagen. La Merkel, imbarazzata, ha solo ammesso l’esistenza di questi software, ma non che fossero installate sulle auto diesel del più importante colosso automobilistico europeo. La cancelliera è molto criticata in queste ore perché si teme la perdita di migliaia di posti di lavoro e Merkel non sa più dove piazzare i migranti siriani che ha accolto in Germania cui aveva promesso un posto di lavoro proprio in Volkswagen.