Due esplosioni sono avvenute nei pressi del cimitero di Kerman, nell’Iran centrale, dove in migliaia si stavano recando per commemorare Qassem Soleimani, il capo delle forze Qods delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso il 3 gennaio del 2020 in Iraq in un’operazione degli Stati Uniti: i media statali iraniani hanno riferito che il bilancio è salito a 103 morti.
Secondo l’agenzia Tasnim, vicina alle Guardie della Rivoluzione, si è trattato di un attentato terroristico.
L’agenzia Irna riferisce che 141 persone sono rimaste ferite in quello che Teheran ha definito un attacco terroristico. La prima esplosione è avvenuta a 700 metri e la seconda a un chilometro di distanza dalla tomba del generale Soleimani.
L’Irna ha anche citato una fonte secondo cui i due pacchi esplosivi sono stati piazzati sulla strada per il cimitero di Kerman e sono stati fatti esplodere a distanza dai terroristi, provocando due esplosioni a cinque-dieci minuti l’una dall’altra. Finora nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità delle esplosioni.
“I terroristi dietro l’esplosione nel cimitero di Kerman sono mercenari di potenze arroganti (termine che l’Iran usa per gli Stati Uniti e i suoi alleati) e saranno certamente puniti”, ha detto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei, citato da Irna.
“Dopo aver fallito nel mettere in sicurezza il Paese attraverso diversi complotti, i terroristi hanno tentato di vendicarsi del popolo iraniano. Provano un profondo odio verso il movimento di Resistenza e il generale Soleimani”, ha aggiunto il capo della magistratura iraniana. “Questi terroristi brutali e dal cuore malvagio e i loro governanti assassini dovrebbero sapere che anche a causa di queste mosse maligne l’Iran non smetterà mai di sostenere le sue sacre cause”, ha sottolineato Ejei, ordinando alle forze di sicurezza, di intelligence e di polizia di indagare immediatamente e con precisione sulla questione. e arrestare gli autori dell’incidente.
“Siamo profondamente rattristati per l’atroce attacco terroristico che è stato messo in atto nella provincia di Kerman in Iran”, ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan su X, esprimendo cordoglio per le 103 persone morte a causa delle esplosioni che hanno colpito oggi il cimitero di Kerman, mentre era in corso una commemorazione di Qassem Soleimani, nel quarto anniversario dell’uccisione, da parte degli Usa in Iraq, del comandante delle forze Qods delle Guardie della rivoluzione.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha condannato le due esplosioni.
“Indubbiamente, gli autori… di questo atto vigliacco saranno presto identificati e puniti per il loro atto atroce dalle capaci forze dell’ordine e di sicurezza”, ha detto Raisi in una nota. “I nemici della nazione dovrebbero sapere che tali azioni non potranno mai turbare la solida determinazione della nazione iraniana”.
“Abbiamo ottenuto alcune informazioni sulle esplosioni avvenute oggi a Kerman, ma dobbiamo condurre ulteriori indagini. La risposta dell’Iran sarà forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile. I colpevoli riceveranno un duro schiaffo in faccia”, ha detto il ministro dell’Interno iraniano Ahmad Vahidi, citato dall’Iran, aggiungendo che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima. “Il nemico aveva fatto anche altri tentativi in passato di effettuare esplosioni in diverse cerimonie, ma erano stati contrastati dalle forze iraniane”.
Il governo iraniano ha dichiarato domani giorno di lutto.
In un messaggio di cordoglio alle autorità iraniane, il presidente russo Vladimir Putin ha condannato come “scioccanti nella loro crudeltà e cinismo” gli attentati avvenuti oggi a Kerman, durante le celebrazioni per il quarto anniversario dell’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
“L’Ue condanna con la massima fermezza l’attentato di oggi nella città di Kerman in Iran. L’Ue esprime la propria solidarietà al popolo iraniano. Questo atto di terrore ha provocato un bilancio sconvolgente di morti e feriti tra i civili. I nostri pensieri sono ora rivolti alle vittime e alle loro famiglie. I responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni”. Lo dichiara un portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Ue citata dalle agenzie.