Sono già spaccati sul nome gli scissionisti del Pd riaggregati oggi a Roma nella santa alleanza della sinistra di Grasso, D’Alema, Bersani, Speranza, Fratoianni e Civati. Liberi e uguali, la frase proferita dal presidente del Senato Piero Grasso, (possibile) candidato premier alle prossime elezioni politiche è apparsa per qualche ora come pagina su Wikipedia ma è stata subito cancellata.
Nello snippet apparso su Google, è comunque rimasto in cache il testo originario. Alla ricerca Liberi e uguali il motore di ricerca mostra nelle prime posizioni la pagina in questione: ” Liberi e uguali è una lista di centrosinistra/sinistra creata da Pietro Grasso il 3 dicembre 2017, comprendendo Mdp articolo 1, Sinistra italiana e Possibile. Pietro Grasso si è candidato premier per le elezioni del 2018″.
Probabilmente qualche dirigente progressista ha pensato che l’espressione Libero e uguali più volte detta da Grasso all’assemblea di domenica poteva ben adattarsi al nome della coalizione da presentare alle prossime elezioni e in futuro.
Così apparentemente non è, e non se ne conosce al momento la ragione. I media, per semplificare la nuova “Cosa” a sinistra l’hanno subito battezzata Liberi e uguali, ma evidentemente per i leader di partito il problema è trovare il giusto acronimo (come dire: la forma è tutto, prima ancora della sostanza).
Un conto è farsi conoscere come Pd, Sel o altre sigle di partito ormai blasonate, un altro a pochi mesi dalle elezioni è lanciare “Leu” o “Lu”. Insomma, “Liberi” di scegliere si, ma “uguali” sembra in effetti un termine forzato in una galassia progressista che si differenzia su tutto…