Il Califfato di al-Baghdadi avrebbe usato una lattina di Schweppes tipo “Gold” come bomba “artigianale” per far esplodere, il 31 ottobre scorso, l’aereo russo A321 “Kogalymavia” sul Sinai, in Egitto.
Lo ribadisce il Daesh (Isis), che aveva già rivendicato l’attentato, facendo pubblicare un’immagine sulla rivista dello Stato islamico “Dabiq”. Nello foto si vedono, una lattina di Schweppes, un innesto e il detonatore con il pulsante. Come materiale esplosivo – riferisce il quotidiano russo kommersant.ru – potrebbe essere stato stato usato tritolo (TNT).
La rivendicazione dell’Isis coincide con le “certezze” della Russia che martedì 17 novembre parlò di un attacco terroristico sull’aereo russo precipitato in Egitto in cui hanno perso la vita 224 persone. Il velivolo era decollato da Sharm el-Sheikh e diretto a San Pietroburgo.
Il capo dei servizi segreti russi (FSB) Alexander Bortnikov in un incontro con il presidente russo, Vladimir Putin del 16 novembre ha riferito che l’Airbus A321 si è schiantato a causa di un ordigno esplosivo. “Possiamo chiaramente dire – ha affermato il numero uno dell’intelligence – che questo è un atto terroristico”. Secondo gli esperti del Servizio federale di sicurezza a bordo il contenitore della bomba (la lattina) aveva una capacità di contenere fino a un chilogrammo di trinitrotoluene (tritolo) oppure plastico.
Secondo gli esperti russi citati dal quotidiano “l’esplosione sull’aereo russo è avvenuta nel vano di carico dell’aeromobile, che si trova sotto l’abitacolo, e, presumibilmente, in cabina”, ovvero sotto un “sedile di un passeggero”.
Detonata la bomba artigianale, i passeggeri sarebbero morti all’istante poiché la deflagrazione ha causato la distruzione del telaio e la conseguente depressurizzazione della cabina. Il velivolo avrebbe così subito l’esplosione: prima cosa, spiegano il giornale, la sezione di coda si è staccata, rompendosi in aria (i frammenti sono stati individuati su un territorio di una lunghezza di 13 km e una larghezza di circa 5 km), e le persone che erano a bordo sono state uccise quasi istantaneamente da un calo di pressione “tagliente”.
L’ipotesi dell’FSB, è che la bomba a bordo dell’aereo russo sarebbe stata introdotta a bordo da qualcuno del personale dello scalo di Sharm el-Sheikh. Si pensa a un addetto alle pulizie o al personale dei rifornimenti di cibo e carico bagagli. La bomba a quanto pare era a orologio o timer, impostata prevedendo il caso di una partenza ritardata. Ma non è escluso che qualcuno in aereo abbia potuto azionare direttamente il detonatore che si vede a destra nell’immagine pubblicata dallo Stato islamico.
Intanto, sempre sulla rivista “Dabiq” c’è un’altra minaccia diretta al Vaticano e al Papa “Chiediamo ad Allah – scrive la rivista – di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell’idolatria e i crociati finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano”.
Proprio stamane, nell’udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco aveva espresso un forte dissenso circa la sicurezza della Chiesa. “Non voglio una Chiesa blindata”, ha detto il pontefice. Nel pomeriggio la risposta del Califfato che invece minaccia di issare la bandiera nera sul cupolone di San Pietro.