I finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, con il coordinamento dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), perquisizioni e sequestri in diverse province italiane.
Più nel dettaglio, l’operazione denominata “Cerbero”, conclusa dai militari della tenenza di Manerbio, ha consentito di individuare un’associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 280 milioni di euro, che hanno interessato 23 aziende nazionali ed estere. Di queste, 5 erano “operative”, 10 erano “cartiere” (ovvero meramente produttrici di “carte” contabili) con sede in Italia e 8 erano “cartiere” con sede all’estero.
In pratica, le cartiere, mediante l’emissione di falsi documenti, permettevano alle società operative di vendere sottocosto, in Italia, materiale plastico principalmente di origine estera. Il gruppo che avrebbe gestito l’intera frode era composto da tre “imprenditori” bresciani e da due consulenti tributari (padre e figlio pugliesi).
Persone e società, interessate dal provvedimento dell’autorità giudiziaria bresciana, sono state individuate in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Veneto e Puglia oltre che in Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Romania e Stati Uniti. L’ingente frode fiscale ha consentito all’organizzazione di accumulare illeciti profitti per circa 100 milioni di euro, oggi oggetto di sequestro.