Dovrebbe arrivare tra giovedì e venerdì nell’ufficio del tribunale dei ministri di Palermo il fascicolo, aperto dalla Procura di Agrigento, che vede indagati per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio il vice premier e ministro degli Interni Matteo Salvini e il capo di gabinetto del Viminale, il prefetto Matteo Piantedosi nell’ambito dell’inchiesta sulla Diciotti, la nave della guardia costiera rimasta prima al largo di Lampedusa e poi ormeggiata nel porto di Catania con 177 migranti soccorsi nel Mediterraneo, e fatti scendere dopo dieci giorni.
Il capo della Procura di Agrigento, Luigi Patronaggio, si prenderà uno o due giorni in più, rispetto alle prime indicazioni, prima di trasmettere gli atti a Palermo. Dal momento della ricezione del fascicolo il collegio del Tribunale avrà novanta giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il procuratore di Palermo, per decidere con decreto non impugnabile l’archiviazione oppure la trasmissione al procuratore della Repubblica perché chieda l’autorizzazione a procedere al Senato nei confronti di Salvini.
Il Senato, sulla base dell’istruttoria fatta dalla giunta, può negare, a maggioranza assoluta, l’autorizzazione ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico.
In caso di autorizzazione a procedere, invece, la procura palermitana chiederà il giudizio al gup. Il reato contestato al prefetto Piantedosi è strettamente correlato a quello mosso a Salvini, in quanto esecutore dell’ordine di impedire lo sbarco.
Il ministro dell’Interno ha comunque fatto sapere di non temere l’inchiesta della procura né di essere processato dal tribunale dei ministri. “Sono convinto – ha scritto sui social – che la chiarezza e la coerenza alla fine paghino. Ho fatto solo il mio lavoro di ministro, e continuerò a farlo cercando di realizzare quello che dico da anni. Dalle parole ai fatti, avanti tutta! Io non mollo”, dice sottolineando che lui sta facendo ciò che è scritto nel contratto di governo con il M5s e in particolare che ha ottenuto una vastissimo consenso popolare ad adottare queste politiche.
Intanto una “valanga di firme”, a favore di Matteo Salvini, stanno per essere raccolte su iniziativa del quotidiano Libero. La campagna, le cui firme saranno inviate al capo dello Stato, reca il titolo: “Nessuno tocchi Salvini”. E sui social sono presenti migliaia di commenti a sostegno alla politica della fermezza del ministro sui migranti.