6 Dicembre 2024

Milano, decapitata la gang latinos. 15 arresti

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di presunta associazione per delinquere, tentato omicidio, rapina aggravata, spaccio, Il loro segno distintivo sono i tatuaggi e i graffiti. Chi sono. Che fanno. I riti di iniziazione

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La gang giovanile “Barrio 18” è al centro dell’indagine conclusa dagli investigatori della Squadra mobile di Milano, che questa mattina hanno arrestato 15 appartenenti alla banda di latinos, a Milano.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di presunta associazione per delinquere, tentato omicidio, rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, lesioni personali aggravate, detenzione e porto di armi da sparo e da taglio.

L’attività investigativa, conclusa nell’ottobre dello scorso anno, è iniziata nel dicembre 2013 in seguito alla denuncia per violenza sessuale nei confronti di alcuni appartenenti al gruppo criminale.

Grazie alle intercettazioni telefoniche, ambientali e ai video registrati durante appostamenti e pedinamenti, i poliziotti sono riusciti a ricostruire l’organizzazione della banda e a ricondurre a loro diversi reati. In particolare sono stati assicurati alla giustizia gli autori dell’aggressione col machete a un controllore.

La “Barrio 18” è una delle presunte gang di latinos più pericolose e maggiormente diffuse al mondo, e i suoi appartenenti sono in prevalenza di origine salvadoregna. Agiscono continuamente per controllare quello che considerano il loro territorio, e per fare questo sono in costante lotta contro le bande rivali.

Questa battaglia per il controllo del territorio genera lotte anche cruente, combattute per le strade, fatte di scontri a mano armata, nei quali si utilizzano pistole, machete e coltelli.

Nella loro zona gli affiliati alla gang commettono reati contro il patrimonio, spaccio e rapine in strada, finalizzati ad alimentare una cassa comune dalla quale attingere per le esigenze della banda e dei “fratelli” detenuti.

Durante l’indagine, gli agenti della Mobile milanese hanno sventato anche un tentato omicidio di un appartenente a un gruppo rivale alla gang latinos.

La gang è caratterizzata da una rigida gerarchia interna, cruenti riti di affiliazione, fatti di violenti pestaggi di gruppo, e da un codice di obbedienza che prevede pesanti ritorsioni per i contravventori. I membri del “Barrio 18” si riconoscono per i caratteristici tatuaggi, mentre il territorio viene marcato dai loro graffiti.

Milano, decapitata la gang latinos. 15 arresti del Barrio 18La struttura della gang.
E’ molto articolata la struttura interna dei trinitario. Oltre al capo e ai vice capi – la prima, la seconda e la terza “suprema”, la pandilla si compone di una prima, una seconda e un terza “testa”, della “sicurezza”, di un “tesoriere”, di un “consigliere”, di un “superiore del capitolo”, di una “voce”, di un “incaricato della disciplina”, di un “armiere”, di un “rappresentante”, di un “patriota”, di un “segretario”, di un “verde”, di una “intelligenza”, di una “ombra, di un “secondo soldato” e di un “primo soldato”.

Gli arrestati di martedì 22 settembre, sono quasi tutti salvadoregni ma anche due italiani, un uomo e una donna, hanno un’età superiore rispetto a quella di affiliati ad altre gang: il capo, Denis Josuè Hernandez Cabrera, detto “Gato”, ha 31 anni, il più giovane 21. C’è, però, anche un quasi quarantenne, Juan Carlos Martinez Landaverde, 38 anni, detto “Chacal”. Età e capacità operativa che distinguono “Barrio 18”, dai rivali della MS13, la cosiddetta Mara Salvatrucia, Trinitarios e Latin Kings. Proprio un componente della MS13 era finito nel mirino del “Barrio”, nel 2014. Jahir Lopez Trivino fu salvato dai colpi di machete dagli agenti che già tenevano d’occhio il gruppo. Trivino detto “Peligro”, ecuadoriano, già noto agli agenti della Mobile in quanto coinvolto nell’operazione “Maredos” del 2013 che portò all’arresto di 25 persone, avrebbe in seguito fatto avere notizie di sé l’11 giugno scorso: era tra quelli che alla fermata ferroviaria di Villapizzone colpì con un machete il controllore Carlo Di Napoli che per poco non perse un braccio.

Milano, decapitata la gang latinos. 15 arresti del Barrio 18La banda “Barrio 18” aveva eletto come territorio di competenza quello tra via Sammartini e l’ex Parco Trotter, vicino a via Padova, delimitandolo con graffiti per tenere lontano i malintenzionati delle altre gang. Nel loro armamentario, machete, pistole, pugni di ferro con cui regolavano i conti con i rivali e punivano chi sgarrava alla severa disciplina al loro interno.

Anche loro avevano riti di iniziazione (chi voleva entrare doveva subire un pestaggio) ma rispetto a MS13 e altre gang (gli investigatori ritengono siano a Milano sei o sette), dovevano essere ben più pericolosi se il gip Paolo Guidi, su richiesta del pm Enrico Pavone, contesta loro anche l’aggravante della «scorreria in armi» sulle «pubbliche vie», oltre all’associazione a delinquere, spaccio di droga, rapine e tentato omicidio. Un’aggravante che aumenta, e non di poco, la pena prevista dal reato di associazione a delinquere.

“Il possesso delle armi, custodite in luoghi sicuri – sottolinea il giudice – non era solo finalizzato alla realizzazione dei reati, ma emergeva come una vera e propria modalità comportamentale che permetteva agli associati il pronto e repentino ricorso alla violenza nel caso di scontro con affiliati a bande avversarie”. Una condotta, quella dei membri del `Barrio 18´ «connotata da un aumentato pericolo dell’ordine pubblico e con un particolare allarme sociale tale da distinguersi nettamente rispetto alla mera associazione armata”. L’inchiesta da cui sono scaturiti gli arresti era nata dalla denuncia di una ragazza che aveva subito violenza sessuale da un “Barrio 18”.

Sono state diverse le operazioni della Polizia contro questa gang che faceva “terrà bruciata” ovunque passasse. Rapine, pestaggi, spaccio di droga e tantissimi altri reati come uso di armi di vario tipo e, stile “arancia meccanica”, terrorizzavano chi vi si trovasse di fronte.


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