Test del Mose riuscito. Sono spuntate dall’acqua le grandi paratoie gialle del Mose (le barriere in mare per difendere Venezia dall’acqua alta, ndr), che stamane con il via dato dal premier Conte, hanno iniziato il sollevamento nella prova generale e alle tre bocche di porto. I parallelepipedi hanno iniziato a emergere piano dal fondale. Quando la schiera viene completata verrà separata fisicamente la laguna di Venezia dal mare aperto.
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, dalla control room nell’isola artificiale del Lido, ha premuto il pulsante che ha dato il via alla prova generale di innalzamento delle paratoie.
Per la prima volta tutto il sistema di 78 dighe mobili è entrato in funzione alle tre bocche di porto di Venezia, separando la laguna dal mare. “Questo Mose – ha detto il premier Giuseppe Conte – va completato e dobbiamo fare in modo che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia”.
Secondo il premier, l’opera sarà “completa nel 2021 ma siamo in anticipo sui tempi”. Conte ha quindi premuto il pulsante per l’innalzamento delle 78 paratoie. Prima di premere il pulsante, il presidente del Consiglio si è concesso una battuta sui ritardi, scherzando con il tecnico, dai capelli bianchi, che accanto a lui ha dato via all’attivazione del sistema: “Quando ha iniziato la progettazione del Mose era all’ultimo anno di ingegneria”.
“C’è da lavorare alla manutenzione e al finanziamento di quest’opera, non ci distraiamo dai problemi pratici”, anzi “vogliamo che già questo intervento, questo strumento possa trovare collocazione in sede di conversione del decreto semplificazioni. Dobbiamo affrettarci, non dobbiamo farci trovare impreparati”, ha detto il premier Giuseppe Conte nel suo intervento.
Quella del Mose, spiega il premier, “non è una cerimonia di inaugurazione, siamo qui per un test, non per una passerella, perché il governo vuole toccare con mano, verificare l’andamento dei lavori”. Il Mose “è una poderosa opera che attende da anni il completamento, una barriera che è nata tra tante polemiche per un obiettivo concreto: salvaguardare Venezia dall’acqua alta. Per questo quando siamo venuti qui” per l’emergenza, “per verificare i danni, quando qui abbiamo visto devastazione e angoscia, abbiamo toccato con mano la sofferenza della città e ci siamo fatti una promessa: il Mose va completato”. Ora “siamo qui augurandoci possa funzionare”. “La completeremo nel 2021”, ma “abbiamo anticipato i tempi: se il funzionamento risponderà alle aspettative nel prossimo autunno avremo quello che abbiamo promesso anche in anticipo rispetto al 2021”, ha detto.
“E’ giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico anche a chi sta protestando, a chi ha grandi perplessità, ai cittadini e intellettuali: concentriamoci sull’obiettivo di completare il Mose, auguriamoci tutti che funzioni”, ha detto quindi il premier in riferimento alle proteste durante la cerimonia. A protestare contro il Mose sono arrivate in mattinata anche una decina di barche di ambientalisti che hanno sostato in bacino di San Marco, a debita distanza dalle dighe alla bocca di porto del Lido.
“Capisco perfettamente le proteste, le preoccupazioni per la salvaguardia dell’ambiente – ha ribadito poi il presidente del Consiglio nel corso di un successivo punto stampa – ma ora siamo all’ultimo miglio, sarebbe assurdo non lavorare tutti” nella stessa direzione “e auspicare che funzioni. Il nostro obiettivo è preservare, difendere Venezia, come dicono qui, dall’acqua granda”.
“L’acqua alta mette ad alto rischio” Venezia “e il tessuto economico, rischia di deturpare un meraviglioso patrimonio artistico. Come governo ci impegnamo”, avendo “consapevolezza degli interessi in gioco”, ha detto ancora, aggiungendo: “Il governatore Zaia ha evocato una figura di grande tradizione storica, risalente al ‘500 addirittura. In realtà col magistrato alle acque si assumerebbe la responsabilità di un’opera estremamente complessa una singola persone, mentre la struttura” a cui lavora il governo “sarà collegiale e vi faranno parte tutte persone che hanno titolo, anche a livello territoriale”.
La manutenzione del Mose “costerà sicuramente, milione in più milione meno ma sarà costosa e impegnativa”. Quanto all'”approvvigionamento” delle risorse, “stiamo predeterminando per consentire un finanziamento che dovrà essere costante e annuale”, ha precisato il premier, aggiungendo che “l’impegno del governo su Venezia è massimo. Siamo arrivati a oltre 100 milioni per l’ultima acqua calda. Abbiamo lavorato per creare le premesse per fare arrivare finanziamenti Ue cospicui, stiamo lavorando al protocollo per il fango, dunque il dossier Venezia non si può dire che trovi il governo distratto”.
ZAIA – “Ci preoccupa la partita della gestione perché è una partita che vale 80, 100 milioni di euro all’anno e non sono pochi. E’ una tematica che dovremo affrontare all’interno dei ragionamenti della Legge Speciale”, ha sottolineato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nella conferenza stampa prima della prova generale. Il governatore del Veneto si è quindi rivolto direttamente al premier Conte: “Se lei presidente del Consiglio volesse fare un grande dono al Veneto, potrebbe rivedere una scelta infelice e improvvida del Governo Renzi del 13 giugno 2014. In quell’occasione, infatti, ha decretato la fine del Magistrato alle Acque nato nel 1501. Io direi che è ora di ripristinare questo ragionamento, di portarlo avanti e di dare la gestione al Comune perché se c’è l’acqua alta è giusto che il sindaco risponda ai cittadini e governi tutta la partita”, ha concluso Zaia.
COMMISSARIO: “18 MESI ANCORA” – Il commissario straordinario per il Mose Elisabetta Spitz intervenendo alla cerimonia del primo test ha dato il benvenuto al premier Giuseppe Conte nel “l’isola che non c’era”. “Si tratta di un’isola artificiale realizzata alla bocca di porto del Lido di Venezia. Un’opera che vede 1000km di tubazioni, 100km di cavi elettrici e già dal prossimo autunno in caso di maree alte o altissime saremo in grado di sollevare le paratorie e proteggere dall’acqua alta le isole della laguna e la città di Venezia”, ha spiegato.
“Il Mose non è finito – ci sono ancora 18 mesi di lavori e test per arrivare alla fine dei lavori e un collaudo finale e poi alcuni anni di rodaggio per l’avviamento e l’ottimizzazione del processo gestionale quindi da domani saremo di nuovo al lavoro”, ha concluso.
SINDACO BRUGNARO – “Non mi associo al ringraziamento verso tutti quelli che si sono succeduti alla costruzione del Mose, la storia giudicherà , ma sono sempre stato un grande sostenitore di quest’opera”, ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro alla cerimonia. “Solo con l’ingegneria e la tecnica e il lavoro di tante persone che ci hanno messo il cuore – ha sottolineato Brugnaro – si e’ arrivati a fare quest’opera grandissima. Io rappresento chi beneficerà di quest’opera, i ‘clienti’ cittadini che ogni anno vanno sotto acqua. Spero che si possa trovare in modo veloce un modello di gestione del Mose, un gruppo di lavoro con tutta la città”.
MINISTRO DE MICHELI – “Non mancheranno le risorse, non mancherà il disegno strategico, perché per noi la difesa di Venezia e del suo straordinario patrimonio è una questione quotidiana e non solo una questione straordinariamente eccezionale”. Lo dice la ministra dei Trasporti Paola De Micheli nel corso della conferenza stampa a margine del test.
“Le scelte che stiamo facendo sono di concretezza- aggiunge- il Protocollo fanghi è pronto ed è nel dl Semplificazioni, e vi entrerà, in accordo con il ministro Costa, una norma che definirà il profilo attuale e futuro della gestione quindi siamo pronti e a settimane entrerà in vigore”.