5 Maggio 2024

Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello in carcere: “Ero stressato”. Gip: “No premeditazione”

Il barman trentenne reoconfesso del delitto della fidanzata incinta ha raccontato al giudice di essere stressato per la doppia relazione. Un motivo che lo avrebbe indotto a uccidere Giulia, facendo di tutto, senza riuscirci, per bruciarla e incenerirla ed eliminare ogni traccia. Il giudice lo fa stare in cella a San Vittore, riconoscendo solo il delitto preordinato e consumato per futili motivi

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E’ stato convalidato il fermo di Alessandro Impagnatiello, il presunto assassino “reoconfesso” di Giulia Tramontano, la 29enne incinta ammazzata a coltellate sabato scorso a Senago, nel milanese. Il giudice esclude la premeditazione, ma riconosce l’aggravante dei futili motivi: Tuttavia si tratta di un delitto “preordinato”, fa sapere il gip.

Impagnatiello avrebbe ucciso la compagna Giulia Tramontano “perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare”. Questa la motivazione addotta da Alessandro Impagnatiello durante l’interrogatorio di convalida del fermo nel carcere di San Vittore, di fronte al giudice Angela Minerva.

Lo “stress” sarebbe stato determinato dalla “gestione delle due ragazze”, con cui intratteneva relazioni parallele, ma anche dal fatto che della sua doppia vita fossero venute a conoscenza altre persone, tra cui colleghi di lavoro. Un elemento, questo, che “addirittura aggrava la sproporzione tra i motivi e la condotta omicidiaria” per il gip, che nell’ordinanza di 26 pagine con cui convalida il fermo e applica la custodia cautelare in carcere per Impagnatiello riconosce l’aggravante dei futili motivi.

ESCLUSA LA PREMEDITAZIONE
Il magistrato, che ha convalidato il fermo del 30enne, ha anche disposto per il barman la custodia cautelare in carcere. Esclusa però l’aggravante della premeditazione dell’omicidio, contestata dalla procura che aveva emesso il decreto di fermo. Citando la giurisprudenza, il gip Minerva spiega che nell’omicidio di Giulia Tramontano non ci sarebbe premeditazione, bensì “preordinazione”, non essendoci un “previo studio delle occasioni ed opportunità per l’attuazione, un’adeguata organizzazione di mezzi e la predisposizione delle modalità esecutive”.

“È vero – scrive il giudice – che Impagnatiello, dopo aver ucciso Giulia ha in un primo momento tentato di bruciarne il cadavere nella vasca da bagno”. “Alle 19 di sabato scorso (27 maggio 2023), poco prima dell’omicidio, il presunto assassino “ha cercato sul web ‘ceramica bruciata vasca da bagno’. Una ricerca che il barman durante l’interrogatorio di convalida del fermo ha giustificato, spiegando di cercare “rimedi per l’eliminazione di una macchia della vasca da bagno manifestatasi nei giorni precedenti” e aggiungendo che “tale attività era un modo per distrarsi dalla situazione di forte stress che stava vivendo”.

Una spiegazione “priva di credibilità” per il giudice, che pur escludendo che “l’azione delittuosa dell’indagato sia stata conseguenza di un’azione totalmente estemporanea ed impetuosa”, non riconosce l’aggravante della premeditazione. Nell’ordinanza di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere viene esclusa anche l’aggravante della crudeltà, contestata invece dalla procura. Riconosciute invece le altre circostante aggravanti, ovvero i futili motivi e il vincolo di convivenza che legava Impagnatiello alla sua vittima.

IL CAMBIO DI VERSIONE: “GIULIA SI È FERITA MENTRE CUCINAVA”
Impagnatiello davanti al gip ha poi cambiato versione sul ferimento di Giulia Tramontano: non ha cercato di farsi male con un coltello da cucina poco prima che lui prendesse l’arma e la usasse per ucciderla, ma si è ferita “inavvertitamente” (accidentalmente) mentre stava cucinando. Ai pm, invece, mentre confessava l’omicidio, Impagnatiello aveva raccontato che la 29enne incinta si sarebbe procurata dei tagli sulle braccia da sola, con il coltello con cui stava cucinando e poi si sarebbe inferta anche “qualche colpo all’altezza del collo”. A quel punto lui “per non farla soffrire” le avrebbe a sua volta “inferto tre o quattro colpi all’altezza del collo”. Una versione che non convinceva gli inquirenti, ora smentita dallo stesso Impagnatiello.

LA MADRE IN LACLIME: MIO FIGLIO E’ UN MOSTRO”
“Alessandro è un mostro”, ha affermato tra le lacrime Sabrina Paulis, madre di Alessandro Impagnatiello, in un’intervista a ‘La vita in diretta’ su Rai1. “Non oso immaginare i familiari di Giulia, la mamma Loredana è una persona fantastica – dice piangendo la donna -. Alessandro è un mostro, io le chiedo perdono da madre ma non so cosa fare. Io le chiedo perdono – ripete – per aver fatto un figlio così, chiedo perdono a tutta la famiglia. E’ l’unica cosa che posso dire. Chiedo perdono per aver fatto un figlio così che nessuno sapeva – ripete ancora Sabrina Paulis -. Ma Ale non era così – aggiunge commuovendosi – non era così, credetemi. Non lo so cosa è successo. Io non ci credo ancora”.


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