3 Maggio 2024

Aereo delle Frecce tricolori si schianta su un’auto, muore una bimba di 5 anni

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Un aereo delle pattuglia delle Frecce Tricolori è precipitato a San Francesco al Campo, in provincia di Torino, a poca distanza dall’aeroporto. Il velivolo si è schiantato poco dopo il decollo su un’auto, che è esplosa dopo essersi ribaltata: una bimba di 5 anni, Laura, è morta.

Nello schianto sono rimasti feriti anche i genitori e il fratellino, un bambino di 12 anni che ha riportato ustioni sul 15% del corpo. Il bambino è stato trasferito in ospedale a Torino: dai primi accertamenti non avrebbe riportato lesioni importanti. E’ ricoverato all’ospedale Regina Margherita in rianimazione, sedato, e la prognosi al momento è riservata. Il pilota, che si è salvato lanciandosi con il paracadute, avrebbe riportato ustioni.

A quanto apprende l’Adnkronos, l’auto ha preso fuoco mentre i genitori cercavano di soccorrere la più piccola e per lei, 5 anni, non c’è stato nulla da fare.

“I due genitori sono entrambi al Cto, le loro situazioni cliniche non sono critiche, hanno delle ustioni ma sono assolutamente sotto controllo. Abbiamo già attivato il supporto psicologico, ci sono i volontari della Protezione civile ma sta arrivando anche la nostra psicologa”, ha detto il dg della Città della Salute, Giovanni La Valle, che ha visitato i genitori.

Il papà, ricoverato al Cto a quanto si apprende, ha riportato ustioni sul 4% del corpo, concentrate in particolare sul palmo di una mano e per lui la prognosi è di una ventina di giorni. La mamma, invece, ha riportato ustioni sul 12/13% del corpo, in particolare sul braccio destro e per lei la prognosi è tra i 20 e 40 giorni.

“Il papà è molto provato, è sotto shock, continua a pensare alla bambina, ha detto solo che ha sentito un grosso rumore, di più non ha aggiunto”, ha aggiunto il dg.
Il velivolo Pony 4 sarebbe diventato ‘ingovernabile’ per cause su cui indagano ora i magistrati della Procura di Ivrea. L’aereo era appena decollato e avrebbe dovuto raggiungere Vercelli dove era in programma il sorvolo della pattuglia acrobatica.

I precedenti

È un anno sfortunato per le Frecce tricolori, costituita il primo marzo 1961 e la cui base è a Rivolto (Udine): prima dell’incidente di oggi, ad aprile è morto il capitano dell’Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velivoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione.

Ghersi, di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era un pilota molto esperto, in grado di pilotare un Eurofighter. Morì alla cloche di un velivolo ultraleggero – un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone – in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, schiantandosi sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), da un’altezza di 800 metri. Gli investigatori concordarono sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile e che al momento dell’incidente le condizioni meteo e la visibilità erano buone.

Ma nel passato delle Frecce tricolori si annoverano tanti incidenti con un numero di morti di poco inferiore alle 20 vittime. Quello più terribile avvenne però a Ramstein (Germania), nel corso di un’esibizione acrobatica il 28 agosto 1988 durante l’Airshow Flugtag nella base NATO. Durante l’esibizione delle Frecce Tricolori, quando la pattuglia acrobatica si apprestava a completare la figura del cardioide (“a forma di cuore”) ci fu una collisione fra i tre Aermacchi MB-339PAN pilotati dal Tenente Colonnello Ivo Nutarelli (PONY 10, Solista), dal Tenente Colonnello Mario Naldini (PONY 1, Capo Formazione) e dal Capitano Giorgio Alessio (PONY 2, 1° Gregario Sinistro). Mentre gli aerei PONY 1 e 2 precipitarono in fiamme sulla pista, il PONY 10 si abbatté sulla folla, causando 67 vittime (tra le quali i tre piloti) e 346 feriti tra gli spettatori. In merito a quella tragedia più volte si è parlato del coinvolgimento a vario titolo nel disastro di Ustica di due dei tre piloti morti. Mario Naldini e Ivo Nutarelli erano stati citati come “morti sospette” dal giudice Rosario Priore nella sua ordinanza sentenza sulla strage del 27 giugno 1980.

Nel marzo 1974 si scontrarono in volo due Frecce nel cielo di Codroipo (Udine): morirono il sottotenente Sandro Santilli, di 29 anni, di Osimo (Ancona) e il sottotenente Ivano Poffe, di 28, della provincia di Verona.

L’anno precedente, il 2 giugno 1973, durante l’esibizione in occasione della grande parata militare, durante un sorvolo di Torvajanica (Roma) la Freccia di Angelo Gays entrò in collisione con quella di Antonio Gallus. Gays morì all’istante, Gallus invece rimase ferito ma le sue traversie non finirono lì: morì per un altro incidente di volo il 2 settembre 1981 nella base aere delle stesse Frecce, a Rivolto.


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