L’accordo sul nucleare tra Iran e i grandi del mondo, mette d’accordo tutti tranne Israele che lo vede come una “minaccia”. A meno di ventiquattrore dalla storica intesa siglata a Losanna il premier israeliano Benjamin Netanyahu chiama il presidente Usa Barack Omaba per esprimere tutto il suo dissenso. “E’ una minaccia per sopravvivenza di Israele” ha detto il premier e leader del Likud.
Soddisfazione è stata invece espressa dall’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini. Una “Good news”. Un’ora più tardi, accanto al ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, annuncia solenne al mondo l’accordo storico. Abbiamo fatto “un passo avanti decisivo: siamo arrivati a delle soluzioni chiave per un accordo a 360 gradi sul nucleare iraniano”. Solo un breve sorriso aperto, a tradire la grande soddisfazione.
Il ministro degli Esteri europeo era fiduciosa fin dal primo momento: “Sono convinta che un buon accordo sia a portata di mano”. Mogherini lo ha ripetuto anche mercoledì quando tutto è apparso di nuovo davvero in bilico. “Lavoro duro per cercare di finalizzare un accordo”.
Si tratta di “Un buon accordo”, ha fatto sapere la rappresentante italiana mentre con tenacia presiedeva i lavori al tavolo delle discussioni dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania) e Iran a Losanna. Nonostante lo sforamento della scadenza del 31 marzo, e la tesa maratona negoziale, “Lady Pesc” ha avuto ragione, siglando il suo primo successo. Un successo di vera portata storica. Un risultato che Mogherini ha firmato con giorni di tessitura diplomatica, forte del suo rapporto privilegiato col segretario di Stato americano John Kerry (instaurato fin dai tempi della Farnesina) e la sua capacità di dialogare col ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Quell’apertura ai rapporti con Mosca – su cui i Paesi baltici avevano fatto leva per tentare di scardinarne la candidatura al ruolo di Alto rappresentante europeo nella compagine Juncker – che in questa partita ha mostrato tutti i suoi frutti.
Ma l’accordo politico (per quello comprensivo di tutti i dettagli tecnici si marcia per il 30 giugno) è stato raggiunto anche per la capacità di fare “gioco di squadra”, uno schema in cui l’Alto rappresentante ha sempre detto di credere e che ha dimostrato di perseguire in concreto, talvolta pur a costo di cedere i riflettori ad altri.
Su questo dossier Mogherini ha fatto squadra anche con chi l’ha preceduta, lasciando che Catherine Ashton continuasse a seguire i colloqui con l’Iran, in qualità di suo consigliere speciale, per assicurare continuità ai negoziati, consapevole che avrebbero richiesto “un impegno full-time”. E buona sintonia l’Alto rappresentante ha dimostrato di averla trovata anche con i ministri degli Esteri Ue seduti al tavolo negoziale, il francese Laurent Fabius, il britannico Philip Hammond ed il tedesco Frank-Walter Steinmeier, ritagliando per l’Europa un ruolo di primo piano.
Dopo la sigla dell’intesa, a Teheran i cittadini sono scesi in piazza per festeggiare. L’accordo significa per gli iraniani la fine di sanzioni durissime inflitte dall’Onu. Una svolta geopolitica che avvicina il paese dell’Ayatollah all’Occidente.
PUNTO PER PUNTO L’ACCORDO DI LOSANNA SUL NUCLEARE IRANIANO
ARRICCHIMENTO URANIO Il numero delle centrifughe sarà ridotto di circa due terzi, dalle attuali circa 19mila a 6.104, installate secondo i futuri accordi; l’uranio non sarà arricchito a oltre il 3,67 per cento nei prossimi 15 anni; l’attuale quantità di circa 10mila chilogrammi di uranio a basso arricchimento sarà ridotta a 300 chilogrammi di uranio a basso arricchimento al 3,67% per 15 anni. Tutte le centrifughe e le strutture per l’arricchimento in eccesso saranno conservate sotto monitaraggio Aiea e usate solo in sostituzione di altre, mentre non saranno costruite nuove strutture per arricchimento per 15 anni. Il tempo di cui Teheran avrebbe bisogno oggi per ottenere materiale fissile per costruire un’arma nucleare oggi è di 2-3 mesi, ma con le nuove condizioni sarà esteso ad almeno un anno per un periodo di almeno dieci anni.
FORDO, la centrale di Fordo sarà convertita, in modo che non sia più usata per arricchire uranio per almeno 15 anni, per essere usata per soli scopi pacifici, in un centro di ricerca nucleare, fisico, tecnologico. Per 15 anni a Fordo non saranno condotte ricerche e sviluppo associate all’arricchimento dell’uranio e non vi sarà contenuto alcun materiale fissile. Almeno due terzi delle centrifughe e infrastrutture della struttura saranno rimosse e le restanti non arricchiranno l’uranio. Tutte saranno poste sotto controllo dell’Aiea.
NATANZ. L’Iran potrà arricchire uranio solo alla centrale di Natanz e solo con centrifughe di prima generazione per dieci anni, rimuovendo tutte le altre centrifughe. Rimuoverà le centrifughe 1,000 IR-2M attualmente installate e le collocherà sotto il controllo dell’Aiea per dieci anni: per quel
periodo non saranno usati modelli IR-2, IR-4, IR-5, IR-6 o IR-8 per produrre uranio arricchito. L’Iran si impegnerà in limitata ricerca e sviluppo con le sue centrifughe avanzate, secondo programma e parametri concordati. Dopo 10 anni, saranno condotte altre verifiche.
ISPEZIONI E TRASPARENZA. L’Aiea avrà regolare accesso a tutte le strutture nucleari iraniane, tra cui Natanz e Fordo, anche sull’uso delle tecnologie; gli ispettori avranno accesso alla catena di rifornimento del programma nucleare, monitorando strettamente materiali e componenti, così come le loro origini. Tutte le centrifughe e le infrastrutture per l’arricchimento saranno rimosse da Fordo e Natanz, per essere poste sotto controllo dell’Aiea. Teheran ha concordato di applicare l’Additional Protocol dell’Aiea, che dà maggior accesso sia alle strutture dichiarate sia a quelle non dichiarate. Dovrà inoltre permettere l’accesso ai siti sospetti e notificare eventuale costruzione di nuove strutture.
REATTORI E RIPROCESSAMENTO. L’Iran riprogetterà e ricostruirirà il reattore di Arak, di concerto con il 5+1, che non produrrà plutonio adatto alle armi e sarà dedicato a scopi pacifici; il nocciolo sarà distrutto e rimosso dal Paese; Teheran trasferirà tutto il suo carburante esausto fuori dal Paese. Non verrà accumulata acqua pesante e ogni residuo sarà venduto sul mercato internazionale per 15 anni. Nessun ulteriore reattore di acqua pesante sarà costruito per 15 anni.
SANZIONI. Le sanzioni saranno sollevate, se sarà verificato che gli accordi saranno rispettati. Le sanzioni Usa e Ue legate al nucleare saranno sospese dopo che l’Aiea avrà verificato. Se in qualsiasi momento l’Iran non avrà rispettato i suoi impegni, saranno ripristinate. Tutte le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu saranno revocate simultaneamente a fronte del rispetti delle intese chiave (arricchimento, Fordo, Arak, Pmd, trasparenza). È prevista una nuova risoluzione Onu in proposito, in modo che eventuali dispute sul rispetto dei diventi punti siano risolte. Se questo sarà impossibile, le precedenti sanzioni saranno riattivate. Restano in vigore le sanzioni all’Iran legate a terrorismo, abusi sui diritti umani, missili balistici.
FASI: Per 10 anni, l’Iran limiterà capacità, ricerca e sviluppo di arricchimento domestico, assicurando un tempo di un anno per l’eventuale creazione di arma nucleare. Per 15 anni, limiterà elementi addizionali del suo programma, tra cui: non costruirà altre cnetrail per l’arricchimento dell’uranio e accetterà procedure di trasparenza rafforzate. Ispezioni e trasparenza continueranno oltre i 15 anni, mentre le ispezioni alla catena di rifornitura dell’uranio durerà per 25 anni. Inoltre, l’Iran resta parte del Trattato di non proliferazione nucleare.