Colpo di scena a Biancavilla, nel Catanese dove nella notte tra mercoledi e giovedi è stato ucciso, nella sua villa, a bastonate in testa, l’anziano di 67 anni Alfio Longo. Non c’è mai stata una rapina. Sarebbe stata la moglie Vincenzina “Enza” Ingrassia a uccidere il marito colpendolo violentemente con un ceppo di vite in testa. E’ quanto avrebbe confessato la stessa moglie. In casa i Carabinieri avrebbero trovato anche armi e piante di marjuana.
La donna è stata fermata dai Carabinieri di Catania dopo ore di interrogatorio ed ha ammesso le sue responsabilità sul delitto. Il marito – ha detto la donna agli inquirenti, “aveva scatti violenti” e lo avrebbe ammazzato, inscenando poi una rapina, perché “stanca di subire la sua violenza”. Ora spetta al Gip convalidare il fermo in arresto per omicidio.
Lucida, Enza Ingrassia avrebbe messo in atto il suo piano diabolico in piena notte: due rapinatori, Alfio Longo che si ribella ai presunti banditi, legati in due stanze diverse, poi lei che è riuscita a liberarsi vede il cadavere in una pozza di sangue e dà l’allarme in lacrime ai Carabinieri. Niente di tutto ciò.
La donna si sarebbe inventato tutto. Alcuni dubbi erano emersi fin da ieri. Delle piccole incongruenze che andavano approfondite, come hanno fatto i Carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Paternò. Nella notte è emersa la verità: sarebbe stata Enza Ingrassia a uccidere a colpi di ceppo in testa il marito Alfio Longo, ex elettricista in pensione, perché “stanca della sue violenze”.
Già ieri si parlava di “gialli”. Ad esempio, la notte della tragedia nessuno nella zona aveva sentito abbaiare i cani della coppia. “Strano – aveva commentato un vicino – si fanno sentire spesso e anche da lontano”. Ed è proprio questo uno “dettagli”, evidentemente, che la donna avrebbe trascurato. I cani di solito abbaiano all’ingresso di intrusi.
Un altro dubbio che avevano gli investigatori era la scelta dell’obiettivo da parte dei rapinatori: una villetta di lavoratori, ma non di persone ricche. In una zona, hanno raccontato i vicini, che “è stata sempre tranquilla”.
E infine anche il bottino: poche centinaia di euro e, soprattutto due anelli dell’uomo, compresa la fede nuziale della vittima, e non quella della moglie. Un particolare quest’ultimo che oggi ha un’altra chiave di lettura: non una rapina, ma una separazione violenta con omicidio in piena notte, con lucida follia criminale. Un delitto quasi perfetto, quello presunto di Enza Ingrassia, non fosse stato per la trascuranza di due dettagli “cruciali” e per l’intuito dei Carabinieri.
L’autopsia sul corpo del pensionato Alfio Longo, verrà effettuata venerdi all’ospedale Garibaldi di Catania.