Calano gli incidenti, crescono gli episodi di pirateria stradale. A parlare di “fenomeno incontenibile” è l’Osservatorio il Centauro-Asaps, che nel 2014 ha monitorato 1.009 episodi di omissione di soccorso (+3,7% rispetto al 2013) con 119 persone uccise e 1.224 ferite.
Il 57,8% dei “pirati” è stato smascherato (il 2% in più dell’anno precedente): dei 583 identificati, 121 sono stati arrestati (il 20,8% contro il 26,9% del 2013), 462 (il 79,2%)denunciati in stato di libertà. In un caso su 5 (il 19,6%) è stato accertato che i responsabili dei sinistri avevano fatto so di alcol o droga, “ma è un dato – spiega l’Associazione amici sostenitori polizia stradale – che deve essere accolto con largo difetto per essere considerato attendibile”.
Nel dettaglio, l’anno passato gli eventi mortali sono stati 116 (11,5%), quelli con lesioni 893 (88,5%). “L’Osservatorio – ricorda il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni – prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave, quelli che ‘bucanò la cronaca o che i nostri 700 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi standard di riferimento”.
Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri: nel 2014 sono stati 141, il 24,2% di quelli identificati; 111, invece, gli stranieri vittime di episodi di omissione di soccorso, pari all’11% del totale fra feriti e deceduti. L’84,3% degli atti di pirateria – 851 contro 158 – avviene di giorno. Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: sono stati coinvolti 132 minori e 152 anziani, rispettivamente il’13,1% e il 15,1%.
“Tra i minori – sottolinea Biserni – quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 81 (55 lo scorso anno), 5 dei quali sono rimasti uccisi (4,2%) e 76 feriti (6,2%)”. I pedoni restano la categoria più tartassata, con 410 eventi: 46 le vittime, pari al 38,6% dei decessi complessivi, e 414 i feriti (33,8%).
Infine i ciclisti: 155 gli episodi, con 24 decessi (20,2%) e 145 ricoveri (11,8%). La geografia dei casi monitorati vede al primo posto la Lombardia, con 141 episodi (15,9%), al secondo l’Emilia Romagna con 105 eventi (11%), a seguire il Veneto (94), il Lazio (92), la Campania (88), la Toscana (71), la Sicilia (70), la Puglia (66). Un solo caso in Basilicata e due in Valle D’Aosta. Roma ha collezionato, da sola, 39 eventi gravi, il 3,9% del totale.
Quanto all’identikit del pirata, “nella maggior parte dei casi – ricorda il presidente dell’Asaps – si tratta di uomini di età compresa tra i 18 ed i 45 anni, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Sulla scelta di fuggire, hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patente e lo stesso documento di guida. In netta crescita i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false, circostanza accertata in almeno 52 circostanze, pari al 9% dei casi, ma probabilmente la cifra deve considerarsi più elevata”.
“Inconsistenti”, per Biserni, le pene previste: da tre mesi a tre anni. “Solo in caso di incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Ma non si hanno notizie specifiche in proposito per i 119 pirati che hanno ucciso nel 2014, neanche nei casi di ubriachezza o droga. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di due anni e 4 mesi”. (Agi)