Sono gravissime le condizioni del secondo bimbo lanciato dalle scale dalla mamma nel carcere di Rebibbia a Roma: è in programma l’accertamento della morte cerebrale, fa sapere l’ospedale Bambino Gesù. Ieri la mamma, una donna tedesca di 30 anni, in carcere per reati legati alla droga, aveva lanciato dalla tromba delle scale della sezione nido il bimbo e la sorellina, che è morta subito.
“Le condizioni del bimbo sono purtroppo gravissime – si legge in un comunicato – Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico. Prosegue supporto rianimatorio avanzato”.
“I miei bambini adesso sono liberi”, ha raccontato la detenuta al suo avvocato, Andrea Palmiero, su quanto accaduto nel reparto nido del penitenziario. Nel corso del colloquio, avvenuto nel reparto di psichiatria dell’ospedale Pertini dove si trova piantonata da ieri, la 33 enne tedesca, in base a quanto riferisce il suo difensore, è apparsa consapevole di quanto fatto. La figlia è deceduta ieri, l’altro figlio è in fin di vita.
“Sapevo che ieri era in programma l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione – ha aggiunto -. I miei figli li ho liberati, adesso sono in Paradiso”.
La donna era stata arrestata il 28 agosto scorso a Roma perché trovata in possesso di 10 chilogrammi di marijuana. Nei suoi confronti è stato applicato l’arresto in flagranza di reato, misura che dovrà essere convalidata nei prossimi giorni dal gip.
Intanto, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso per la linea dura: ha sospeso la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere e inoltre il vicecomandante del reparto di Polizia Penitenziaria.
Il guardasigilli ha aperto un’inchiesta interna sulla vicenda. “E una tragedia – ha detto, visitando il carcere -. Personalmente prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici che stanno facendo di tutto. La magistratura sta già facendo gli accertamenti, posso soltanto dire, e non posso aggiungere nient’altro, che chiaramente il ministero ha già aperto un’inchiesta interna per verificare le responsabilità”.