Ci sono anche i coniugi Tobia Foresta e Bianca Iudicone (di 60 e 50 anni), tra le 29 vittime dell’Hotel Rigopiano. I soccorritori li hanno trovati per ultimi la notte tra mercoledì e giovedì. Erano gli ultimi due dispersi e, la speranza, è morta con loro. I coniugi erano adagiati l’uno accanto all’altra nella pancia del “mostro” che ha avvolto lo scorso 18 gennaio il prestigioso resort ai piedi del Gran Sasso.
Tobia era cosentino di origini e, con la moglie, di origini pugliesi, vivevano a Montesilvano, centro in provincia di Pescara. Lui, dipendente dell’Agenzia delle Entrate con la passione della musica, mentre Bianca gestiva un negozio.
I coniugi erano andati al Rigopiano per trascorrere qualche giorno di vacanza. Lassù, dove la natura mozzafiato era capace di far smaltire lo stress accumulato nel caos quotidiano. Anche loro, come gli altri, avevano preparato i bagagli per tornare giù, ma purtroppo quel maledetto spazzaneve non è mai arrivato a sgomberare la strada da quei tre metri di neve. Il destino beffardo ha voluto che fossero tutti senza vie d’uscite. Bloccati dalla montagna, bloccati a valle, terrorizzati dal terremoto e infine tumulati da 120mila tonnellate di neve.
Il gravoso compito di riconoscere i corpi in obitorio è toccato al figlio Marco, titolare di un Wine Bar, a Pescara. Tobia Foresta aveva trascorso la sua gioventù a Montalto Uffugo, a dieci chilometri da Cosenza. A 28 anni lasciò l’amara terra di Calabria per tentare la fortuna al Nord e, a Torino, conobbe l’amore della sua vita, Bianca, e insieme si trasferirono a Montesilvano dove progettarono il loro futuro.